L’infinita dinastia degli Erodi

Milioni di bambini sono vivi oggi grazie a decenni di impegni globali per garantire l’accesso a servizi di base, come l’assistenza sanitaria, le vaccinazioni, l’alimentazione, l’acqua potabile e i servizi igienico-sanitari. Dal 2000, i tassi di mortalità globale dei piccoli sotto i 5 anni sono diminuiti del 50%. Ma i drastici e improvvisi tagli ai finanziamenti globali stanno mettendo a rischio risultati ottenuti con fatica.

Secondo la rivista Lancet, queste decisioni potranno causare 4,5 milioni di morti infantili in più entro il 2030. Facciamo appello ai governi e ai donatori privati affinché sostengano i bimbi: il miglior investimento per il futuro. (dall’intervista alla direttrice generale dell’Unicef Catherine Russell – a cura di Nello Scavo – “Avvenire”)

Mia sorella andava profondamente in crisi di fronte alle immagini dei bimbi denutriti o morenti: si commuoveva, pronunciava parole dolcissime di compassione e spesso si allontanava dal video non reggendo al rammarico dell’impotenza di fronte a tanta innocente sofferenza. Sì, perché il cuore viene prima della mente, la sofferenza altrui deve essere interiorizzata prima di essere affrontata sul piano della concreta solidarietà e della risposta politica. Ricordo come, da cattolica convinta e praticante, di fronte alle immagini di popolazioni sofferenti per fame e denutrizione, dicesse senza evidenziare dubbio alcuno: «Occorrono vagoni e vagoni di pillole anticoncezionali, altro che balle…».

Questo succedeva in casa mia nel secolo scorso, oggi mia sorella morirebbe di compassione, perché la situazione dell’infanzia nel mondo è notevolmente peggiorata.

Volti affamati e stomaci vuoti, tonnellate di cibo sprecate e moltitudini di persone che rovistano nella spazzatura, bambini pelle e ossa e campi bruciati dalle guerre, le stesse che permettono che la fame venga usata come arma: un vero e proprio “crimine”. Usa immagini plastiche, impattanti quanto toccanti, Papa Leone XIV, per stigmatizzare quello che definisce “un fallimento collettivo, un’aberrazione etica, una colpa storica”: la fame. Non “il destino” dell’uomo bensì la sua “rovina”; non la battaglia di alcuni, ma di “tutti”, scandisce il Papa dal palco della sala plenaria della FAO di Roma, in occasione della Giornata mondiale dell’Alimentazione e della celebrazione degli 80 anni della fondazione di questa organizzazione Onu che attualmente riunisce 194 Paesi e si occupa di sviluppo, nutrizione, produttività, crescita economica globale. (Salvatore Cernuzio – Vatican News)

Viene spontaneo pensare ai fondi enormi stanziati per le armi, sempre in aumento e giustificati quali deterrenti contro la guerra: e le guerre aumentano sempre di numero e di intensità. Il tetrarca Erode per operare la strage degli innocenti aveva il noto scopo di eliminare sul nascere l’ingombrante presenza del Messia: sono molto più sofisticate le motivazioni dei governanti attuali, ma la sostanza non cambia.

Mio padre notava come i potenti della terra impieghino pochissimo tempo per trovarsi d’accordo nel decidere guerre e per fabbricare armi: quando invece si tratta di aiutare chi muore di fame…

Nell’UE, solo tre Paesi, Danimarca, Lussemburgo e Svezia, hanno raggiunto l’obiettivo delle Nazioni Unite di spendere almeno lo 0,7% del reddito nazionale lordo in aiuti.

Gli aiuti umanitari per le crisi sono diminuiti del 9,6% nel 2024, per un totale di 24,2 miliardi di dollari.

Mentre l’UE e i suoi Stati membri, assieme, sono i maggiori donatori di aiuti, nel 2024 gli Stati Uniti erano il principale Paese donatore, con 63,3 miliardi di dollari, pari al 30% degli aiuti totali. Ma questa cifra è destinata a crollare dopo che Donald Trump ha annunciato una sospensione di tre mesi della maggior parte degli aiuti statunitensi a gennaio.

I principali Paesi donatori dell’UE, Germania e Francia, sono tra gli Stati europei che annunceranno pesanti tagli alla spesa nei prossimi anni. La Francia intende tagliare gli aiuti di oltre 2 miliardi di euro, mentre la Germania, il principale donatore dell’UE, ridurrà il suo bilancio per gli aiuti umanitari da 2,23 miliardi di euro a 1,04 miliardi di euro quest’anno. Anche la Svezia ha promesso dei tagli, mentre il governo olandese prevede di ridurre il proprio bilancio per gli aiuti di circa il 35% entro il 2029.

“I dati odierni sugli aiuti dipingono un quadro desolante per coloro che vivono nei Paesi più poveri del mondo. Ma in realtà sono solo la punta dell’iceberg. Nel 2025, i Paesi ricchi hanno continuato a raddoppiare i tagli ai bilanci degli aiuti, mettendo in pericolo i diritti umani e aprendo la porta a un peggioramento dell’instabilità globale”, ha dichiarato Matthew Simonds, responsabile delle politiche e dell’advocacy della Rete europea sul debito e lo sviluppo. (focsiv.it)

Ho citato mia sorella Lucia, impegnata in politica, che però sapeva mettere a soqquadro la propria coscienza prima di affrontare gli schemi e le categorie della politica e finanche della religione.  Non dobbiamo infatti limitarci a scaricare tutte le colpe sui governanti, aspettando da essi la soluzione dei problemi.

Cristianamente parlando ci sono due livelli di impegno personale e comunitario: la denuncia e la testimonianza. Limitarsi alla denuncia serve solo ad alleggerire la coscienza; puntare solo sulla testimonianza vuol dire fuggire dalla politica lasciandola agli andazzi suicidi di cui sopra. Non possiamo scappare dalle responsabilità se non andando a prestito dalla nostra abbondante ipocrisia.

Concludo con due citazioni contenenti forti e provocatori richiami al riguardo.

«Ho tre anni, mi chiamo Aylan e non ho bisogno delle vostre lacrime ipocrite. Vi servite di me per voi stessi. Alzatevi, muovetevi, migliaia di bambini come me non vogliono, come io non volevo, arenarsi senza vita su una spiaggia» (Ernesto Olivero, scrittore e fondatore del Sermig).

«Ho sempre cercato di saldare Cielo e Terra e i miei riferimenti sono innanzitutto il Vangelo e poi la Costituzione. Nel Vangelo c’è molta “politica”, laddove si denunciano i soprusi, le ingiustizie, le ipocrisie. E la Costituzione ha uno spirito evangelico quando afferma la dignità e l’uguaglianza di tutte le persone» (don Luigi Ciotti, fondatore e presidente del gruppo Abele e di Libera).