Ha 22 anni, frequenta una scuola per elettricisti, vive vicino alla famiglia e le sue opinioni politiche si sono radicalizzate solo di recente. L’identikit tracciato dalle autorità e dagli amici di Tyler Robinson, che ieri è stato arrestato e ha confessato di aver ucciso l’attivista conservatore Charlie Kirk, dipinge un giovane ordinario, il cui atto di violenza politica rischia però di dilaniare un Paese già profondamente diviso.
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Eppure Tyler, che secondo le autorità ha agito da solo, deve aver organizzato a lungo il suo atto. Sui proiettili inesplosi rinvenuti, infatti, aveva inciso frasi di natura omofoba e antifascista. «Hey fascista! Prendi questo», recitava una. «Oh bella ciao, bella ciao», la seconda. «Se stai leggendo questo, sei gay. Lmao (laughing my ass off)», l’ultima. Il coinquilino di Robinson ha mostrato inoltre agli agenti dei messaggi di Tyler sull’app Discord nei quali l’amico descriveva un piano che prevedeva la necessità di recuperare un fucile da un punto di consegna, lasciarlo in un cespuglio avvolto in un asciugamano, incidere proiettili, procurarsi un mirino e usare un fucile «unico».
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Dai vertici del governo americano, però, ieri non è giunto un messaggio di unità o riconciliazione. Donald Trump ha invece incoraggiato i suoi sostenitori a «dargliele a morte» alla sinistra, spiegando che la destra ne ha abbastanza di criminalità. Quindi ha annunciato che invierà la Guardia nazionale a Memphis, nel Tennessee, per «sistemare la situazione come abbiamo fatto a Washington».
E se Robinson voleva fermare l’azione dell’organizzazione politica conservatrice Turning Point Usa fra i giovani uccidendone il fondatore, ha fallito nel suo scopo: «Ho parlato con la moglie di Kirk. È devastata, ma vuole continuare a mandare avanti Turning Point», ha detto Trump in un’intervista.
«Spero che venga condannato a morte». In un clima incandescente in cui le parole “guerra civile” sono diventate fra le più usate sui social, Donald Trump si è augurato che il killer dell’attivista conservatore Charlie Kirk venga mandato al patibolo. Quindi ha ostentato il suo disinteresse a sanare le divisioni che dilaniano gli Stati Uniti. A una domanda su come «rimettere in sesto il Paese» e «riunirlo» dopo l’assassinio politico, il presidente Usa ha risposto: «Non me ne potrebbe importare di meno. I radicali di destra sono radicali perché non vogliono vedere criminalità e sono preoccupati per il confine. I radicali di sinistra sono il problema, sono feroci, orribili e politicamente esperti». Trump ha poi attribuito esplicitamente l’omicidio di Kirk alla «sinistra radicale» alla quale «dobbiamo solo dargliele a morte».
Dal suo podcast War Room, il commentatore di estrema destra Steve Bannon ha risposto all’appello del capo della Casa Bianca, definendo Kirk «il primo martire dell’America First». «Non possiamo tirarci indietro. Non possiamo vacillare», ha detto. Jen Golbeck, docente di informatica all’Università del Maryland citata da Reuters, ha riscontrato segnali di crescente radicalizzazione in oltre 3.000 post su X e sul forum pro-Trump Patriots.Win.
«L’intero Partito Democratico deve morire subito!» ha scritto un utente anonimo. «Questo è l’incendio del Reichstag», ha detto un altro, riferendosi all’incendio doloso del 1933 che contribuì all’instaurazione del regime nazista in Germania. «È ora di porre fine alla democrazia», recitava un commento.
Intanto il Dipartimento di Stato annunciava nuovi provvedimenti contro gli stranieri negli Stati Uniti che si ritiene stiano «lodando, razionalizzando o prendendo alla leggera» la morte di Kirk. In un post, il vicesegretario di Stato Christopher Landau ha invitato gli utenti di X a segnalargli casi del genere perché possa far capire a questi stranieri che «non sono benvenuti». (da “Avvenire” – Elena Molinari)
Come volevasi dimostrare. Siamo alla frutta. Bisogna ricorrere ai peggiori dittatori della storia per trovare simili espressioni. E noi italiani abbiamo un premier che si onora di esserne la migliore amica…E noi europei non abbiamo il coraggio di prenderne le distanze…
Pensate, un presidente americano al quale non frega niente di «rimettere in sesto il Paese» e «riunirlo» dopo l’assassinio politico. I casi sono due: o gli americani sono letteralmente impazziti e stanno trascinando nella loro follia tutto il mondo occidentale oppure c’è un lucido disegno di porre fine alla democrazia. Probabilmente le due ipotesi sono compatibili e si integrano a vicenda.
Pensate, c’è qualcuno in Italia che ringrazia Trump per avere avuto, tutto sommato, la mano leggera sui dazi verso l’Europa. Qualcuno, simile a quei signori che godevano del terremoto per farvi sopra i propri affari, ritiene che per i prodotti italiani tutto il male non venga per nuocere (c’è chi a livello dazi, sta peggio di noi…).
Pensate, stiamo buttando in malora decenni di democrazia per andare dietro ad un delinquente che fa i cazzi suoi, mettendo a soqquadro, direttamente o indirettamente, il mondo intero. Oltre tutto si vede lontano un miglio che è un burattino. Forse lo capiscono i soggetti psicologicamente più fragili che reagiscono scompostamente: sì, perché siamo fuori dalla realtà, stiamo facendo un brutto sogno e non so cosa occorrerà per farci uscire dal tunnel in cui ci siamo infilati.
Non capiremo mai cosa ci sia dietro questo attentato: probabilmente la dimostrazione che solo i pazzi trovano la forza di combattere la pazzia.
