Non disturbare, genocidio in corso

Usa, 22 settembre 2025 “Quello che sta accadendo con le proteste e le manifestazioni per la Striscia di Gaza è incredibile, e non ha nulla a che vedere con l’aiuto alla popolazione palestinese o con il diritto di sciopero sancito dalla nostra Costituzione. Aggredire la polizia, bloccando stazioni, porti e strade e mettendo in fuga i turisti, sono atti criminali e inaccettabili: è deprecabile e non aiuta sicuramente l’impegno a favore della pace, che non si difende con atti di violenza o bloccando servizi pubblici utili ai nostri cittadini”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, parlando ai giornalisti a New York. (Agenzia VISTA / Alexander Jakhnagiev)

Incredibile e deprecabile è quanto sta accadendo a Gaza! Incredibile è che il governo italiano non abbia il coraggio di esprimere una fattiva linea politica di condanna di Israele e di solidarietà col popolo palestinese!

Di fronte allo scempio di una guerra sistematica contro un popolo inerme (come sostiene Massimo Cacciari, è la prima volta che succede nella storia dell’umanità) non si può stare a guardare: non mi scandalizzo pertanto che le coscienze, soprattutto quelle giovanili, si ribellino e reagiscano in modo anche scomposto, lasciandosi andare anche ad atti di violenza. Non mi sento di censurare e addirittura criminalizzare la gente che scende in piazza, criminalizzo Netanyahu e quanti direttamente o indirettamente lo assecondano e fra questi vomitevoli personaggi ci sono purtroppo gli attuali governanti italiani.

Le sanzioni contro Israele non si devono porre in atto, il riconoscimento dello Stato palestinese non è fattibile, iniziative in sede europea non si riescono a varare, all’Onu ci pensa Trump a bloccare ogni e qualsiasi sostanziale condanna di Israele. La politica accetta supinamente la fine del diritto internazionale.

In questo desolante quadro cosa dovrebbe fare un cittadino italiano con un minimo di sensibilità e di coscienza? Aspettare che Tajani suoni la riscossa? Lasciare che Giorgia Meloni sbruffoneggi in pace (lo ha detto ironicamente Massimo Cacciari)? Rimettersi alla volontà di Trump? Sperare nei Paesi arabi? Confidare nella solita Disunione europea? Pensare che il genocidio di Gaza in fin dei conti non ci riguardi?

Ci stiamo accorgendo che nel mondo si sta capovolgendo tutto quel poco di buono che rimaneva? E i governanti italiani si limitano a farneticare sulle violenze di piazza, strumentalizzandole per trasformarle in odio brigatista contro Giorgia Meloni.

Facciamo un discorso serio: di fronte a questo panorama cosa rimane da fare, visto che la politica acconsente o tace? Nel vuoto politico può nascere di tutto. Il terrorismo trova terreno fertile in Palestina, ma anche in tutto il mondo. Persino la barriera vaticana, che ha sempre funzionato come deterrente contro il terrorismo di matrice islamica, si sta sgretolando: vedi la sciagurata accoglienza riservata da papa Leone al presidente israeliano Herzog. C’è solo da sperare che il terrorismo sia in altre faccende affaccendato, forse sta sfogando la sua vitalità nel continente africano.

Un tempo si diceva che la questione palestinese fosse centrale negli equilibri mediorientali: il nodo si sta sciogliendo nel peggiore dei modi. Non è ancora chiaro dove si andrà a parare. I milioni di persone che si troveranno senza patria dove potranno emigrare? Diventeranno un enorme popolo errante come quello ebraico di un tempo? Avranno un Dio che li assisterà?