Due forti esplosioni sono state udite a Kiev e una colonna di fumo si è alzata sulla città mentre si stava concludendo la conferenza stampa del presidente ucraino Zelensky e del segretario generale dell’Onu Guterres. Uno dei missili ha colpito un edificio residenziale al piano terra e ha “causato vittime”, secondo le prime testimonianze. Si tratta di tre feriti. Guterres si è detto “sconvolto, non perché ci fossi io, ma perché Kiev è una città sacra sia per gli ucraini che per i russi”. Il presidente Zelensky ha aggiunto che si è trattato di un raid russo mirato “a umiliare l’Onu”. (notizie di agenzia – aprile 2022)
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I civili affamati si riuniscono in folle enormi, in attesa del permesso di avvicinarsi. In molti casi, le truppe israeliane hanno aperto il fuoco sulle masse – e persino durante la distribuzione stessa – uccidendo decine di persone che cercavano di raccogliere qualche chilo di farina o di scatolame da portare a casa in quelli che i palestinesi hanno soprannominato «Hunger games», giochi della fame. Dal 27 maggio, secondo il portavoce della protezione civile di Gaza, Mahmoud Basel, oltre 400 palestinesi sono stati uccisi e più di 3mila feriti mentre aspettavano gli aiuti. Il singolo attacco più letale contro i richiedenti aiuti si è verificato il 17 giugno, quando le forze israeliane hanno sparato con carri armati, mitragliatrici e droni su una folla di palestinesi a Khan Younis, uccidendo 70 persone e ferendone centinaia. (“Il Manifesto” maggio – giugno 2025)
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Dal suo insediamento, come dimostrano diversi rapporti, Donald Trump ha preso di mira i minori guatemaltechi che arrivano negli Stati Uniti non accompagnati, con il fine dichiarato di operare un’espulsione di massa, rimandandoli in Guatemala dove gli avvocati dei minori affermano che sarebbero a rischio di abusi e persecuzioni. Gli avvocati hanno definito il piano dell’amministrazione Trump “abuso sui minori”, “espulsione illegale” e “violazione del diritto al giusto processo” per questi minori. (“Il Manifesto” – settembre 2025)
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Un nuovo attacco – presumibilmente con un drone – ha colpito la Global Sumud Flotilla per la seconda volta in 48 ore. L’imbarcazione Alma, che batte bandiera britannica, è stata presa di mira la scorsa notte nelle acque tunisine al largo di Sidi Bou Said, nella periferia nord di Tunisi, provocando un incendio sul ponte superiore poi domato. Nessun ferito tra passeggeri ed equipaggio. L’episodio è stato confermato anche da Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani nella Palestina occupata: la diplomatica italiana ha condiviso un post che descrive nei dettagli il secondo raid alla flottilla: “Le prove video suggeriscono che un drone, privo di luce e quindi non visibile, abbia sganciato un dispositivo che ha incendiato il ponte della barca Alma”, ha detto Albanese. “Fonti esperte suggeriscono che si trattasse di una granata incendiaria avvolta in materiali plastici immersi nel carburante, che avrebbe potuto incendiarsi prima di atterrare sulla nave”, ha aggiunto. “Questi ripetuti attacchi si verificano nel contesto dell’intensificarsi dell’aggressione israeliana contro i palestinesi a Gaza e costituiscono un tentativo orchestrato di distrarre e far deragliare la nostra missione”, denuncia la Global Sumud Flotilla. Saif Abukeshek, membro del comitato direttivo della GSF, punta il dito contro Israele, il quale “continua a violare il diritto internazionale e a terrorizzarci. Navigheremo per rompere il blocco su Gaza, qualunque cosa facciano”. L’esercito israeliano non ha risposto alle richieste di commento di Reuters, così come la Guardia Costiera tunisina. (fanpage.it – settembre 2025)
Sono soltanto alcuni emblematici esempi di come ormai al diritto internazionale si sostituisca clamorosamente l’arbitrio internazionale. Si spara, in un certo senso, sull’Onu, sulla Croce Rossa, sui soggetti più deboli, su chi osa alzare la voce. È saltata ogni e qualsiasi parvenza di legalità.
Il diritto internazionale è l’insieme di norme e principi che regolano le relazioni tra gli Stati e le organizzazioni internazionali, disciplinando aspetti commerciali, sociali, economici e di pace nella comunità globale. Deriva da trattati e consuetudini e si basa sul consenso degli Stati, mirando a promuovere la stabilità e la cooperazione internazionale.
Non c’è più niente! Vivere in un mondo di questo genere è veramente un’ardua impresa. Volenti o nolenti l’unica istituzione che può salvarci da questa deriva totale è l’Europa e l’unica voce che ci viene in soccorso è quella del Presidente Mattarella. Vale la pena di prenderla in seria considerazione per non cadere nello sconforto.
“Il mondo ha bisogno dell’Europa. Per ricostruire la centralità del diritto internazionale che è stata strappata. Per rilanciare la prospettiva di un multilateralismo cooperativo. Per regole che riconducano al bene comune lo straripante peso delle corporazioni globali — quasi nuove Compagnie delle Indie — che si arrogano l’assunzione di poteri che si pretende che Stati e Organizzazioni internazionali non abbiano a esercitare”. È il giorno di Sergio Mattarella al forum Teha di Cernobbio, che, nel videomessaggio inviato, difende innanzitutto l’Europa — che è “necessità e responsabilità” — in un periodo storico di grandi critiche ma al contempo ricco di grandi sfide.
“C’è bisogno di istituzioni europee più forti, di volontà di governi capaci di non arrendersi a pericoli e regressioni che non sono ineluttabili. L’Europa, con i suoi traguardi di civiltà, è il testimone che possiamo, e dobbiamo, trasmettere alle nuove generazioni”, ha detto il presidente della Repubblica.
L’Unione europea, per il capo dello Stato, si è “affermata come un’area di pace e di cooperazione capace di proiettare i suoi valori oltre i suoi confini, determinando stabilità, benessere, crescita, fiducia. Non ha mai scatenato un conflitto, non ha mai avviato uno scontro commerciale. Al contrario, ha agevolato intese e dispiegato missioni di pace. Ha contribuito a elevare standard di vita, criteri di difesa del pianeta — ha aggiunto —. Ha promosso incontri e dialoghi e ha alimentato libertà nei rapporti internazionali, eguaglianza di diritti tra popoli e Stati: condizioni e causa di progresso. Si pone, quindi, anzitutto, una domanda, prima di ogni altra”.
Poi: “Come è possibile, su queste basi, che l’Europa oggi venga considerata da alcuni un ostacolo, un avversario se non un nemico? Quali sono le ragioni, gli interessi di fondo, i principi sui quali si basa la convivenza civile e i traguardi raggiunti dai popoli europei che qualcuno considera disvalori? È soltanto affrontando con lucidità interrogativi di questa natura che potremo trovare risposte esaurienti, utili a illuminare le scelte che siamo chiamati a compiere, pena la irrilevanza e la regressione rispetto ai risultati sin qui raggiunti”.
L’intervento al forum di Cernobbio è stata anche l’occasione per tornare ad accusare lo strapotere delle big tech, “corporazioni globali” che si comportano quasi come “nuove Compagnie delle Indie” e “si arrogano l’assunzione di poteri che si pretende che Stati e Organizzazioni internazionali non abbiano a esercitare. L’incrocio tra le ambizioni di quelle, e l’impulso di dominio, di impronta neo-imperialista, che si manifesta da parte dei governi di alcuni Paesi, rischia di essere letale per il futuro dell’umanità”. (lespresso.it – settembre 2025)
