Charlie Kirk, l’attivista e podcaster statunitense ucciso mercoledì durante un incontro pubblico in un’università dello Utah, era uno dei più importanti alleati politici del presidente Donald Trump. Con la sua organizzazione Turning Point USA, fondata nel 2012 quando aveva appena 18 anni, Kirk era diventato di fatto il leader dell’ala giovanile del movimento MAGA (Make America Great Again, lo slogan di Trump), e con il suo podcast e i suoi contenuti sui social era riuscito a trasformare i media di destra negli Stati Uniti, acquisendo una grande influenza.
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Questo atteggiamento, comune ad altri polemisti della destra ed estrema destra statunitense, è noto con lo slang own the libs, traducibile come “sottomettere i progressisti”, ed è diventato particolarmente esaltante per la base conservatrice.
Per “own the libs”, Kirk usava spesso argomenti estremisti e spiazzanti, che lasciavano interdetti i suoi interlocutori ed eccitavano i suoi sostenitori. Tra le altre cose, disse che Martin Kuther King era «una cattiva persona», che la legislazione sui diritti umani era stata «un errore», che la Palestina «non esiste», e che le donne dovrebbero rinunciare alla carriera lavorativa per dedicarsi ai figli, e sposarsi «prima dei 25 anni». Nel 2023 disse che valeva la pena «sostenere il costo di alcune persone uccise con armi da fuoco ogni anno» per difendere il diritto degli statunitensi di portare armi. (da “Il Post”)
Perché la battaglia politica è diventata così tremenda? Da una parte la negazione dei diritti umani pur di rendere possibile il raggiungimento del potere intossicando i cuori e i cervelli; dall’altra parte la vendetta con lo scopo di ristabilire un po’ di ordine a livello ideologico. E magari da entrambe le parti c’è persino un simulacro di buona fede. Voglio sperare di sì, perché altrimenti saremmo veramente alla fine dell’umanità oltre che della democrazia: il fatto grave è infatti che non si tratta di episodi, ma di una nuova impostazione politica che ha portato Donald Trump alla presidenza degli Usa in base alla menzogna scientificamente cucinata e finanche accettata dall’Occidente democratico e che affida alla folle e disperata violenza fisica il ripristino di un briciolo di verità democratica.
Ecco perché ritengo questo attentato un fatto gravissimo: rischia di essere la velenosa e sanguinosa consacrazione di un equilibrio instabile su cui galleggia la politica. Non ne sono sorpreso: immaginavo che l’elezione di Trump potesse portare a questa deriva, pensavo però più a scontri terroristici di livello internazionale. Evidentemente il terrorismo ha altro a cui pensare, persegue interessi geopolitici tali da considerare Trump un semplice momentaneo inciampo (salvo complicazioni in campo palestinese).
Invece si sta scatenando la tempesta ideale (?) e temo che non ci sia più possibilità di quiete: una tempesta infinita che segna la fine dei valori in nome dei valori. Il successo elettorale è fine a se stesso e sembra una strada senza ritorno. Tanto vale sparare: che disastro!
