Attacchiamoci al Trump

Donald Trump ha parlato per un’ora. 57 minuti in cui ne ha avute per tutti: ha attaccato l’Onu, la Nato, l’Europa, gli ambientalisti, Joe Biden, la sinistra «folle», il Brasile. Toni e contenuti simili a quelli dei suoi comizi elettorali, come se ormai avesse un unico discorso buono per tutte le occasioni, basta adattarlo un po’.

Trump ha iniziato attaccando l’Onu per non averlo aiutato nel processo di «porre fine a sette guerre», impresa che, a suo dire, ha portato a termine da quando è tornato in carica, e che sarebbe spettata alle Nazioni unite.

Il dato non è accurato ma non importa, e non ha impedito a Trump di rimproverare l’Onu: «Sembra che tutto ciò che fanno sia scrivere lettere di protesta e poi non dare mai seguito alle loro parole. Sono parole vuote, e le parole vuote non risolvono la guerra – ha detto – L’unica cosa utile è l’azione».

Non ha speso molte parole sulla guerra in Ucraina che prometteva di risolvere in 24 ore, addossando la colpa a tutti quei Paesi che acquistano petrolio russo: India, Cina e diversi alleati della Nato. «Stanno finanziando la guerra contro se stessi», ha detto Trump, per continuare affermando che «nel caso in cui la Russia non sia pronta a raggiungere un accordo per porre fine alla guerra, gli Usa sono pienamente pronti a imporre una serie molto forte di dazi doganali», e l’Europa dovrebbe seguire l’esempio «adottando esattamente le stesse misure». Più tardi, durante il bilaterale con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha affermato di ritenere che Kiev sia in grado di «recuperare tutti i territori ucraini» nella guerra con Mosca.

Con gli alleati  europei ha speso parole dure anche per l’uso di energia verde che rovina l’estetica di posti meravigliosi come la Scozia, deturpata dai pannelli solari per un capriccio liberal, visto che nel mondo di Trump non esiste nessuna emergenza climatica: ha definito le iniziative ambientali tra le frodi più diffuse al mondo, e sollecitato una revisione delle politiche che presumibilmente non riducono l’inquinamento né apportano reali benefici economici, ma sono frutto di una follia collettiva tanto che a San Francisco «non si può più buttare neanche un mozzicone per terra».

Uscendo di nuovo dal testo che aveva preparato, il tycoon ha dedicato 10 minuti alla «bufala del riscaldamento globale». Ha celebrato il ritiro Usa dall’accordo sul clima di Parigi, ha parlato delle esportazioni energetiche americane e ha aggiunto: «Gli Stati uniti sono stati sfruttati da gran parte del mondo, ma ora non più». In compenso ha elogiato il «Co2 pulito e bello». «Siamo pronti a fornire a qualsiasi paese abbondanti e convenienti risorse energetiche se ne avete bisogno, e la maggior parte di voi ne ha bisogno», ha affermato.

Il Presidente statunitense ha collegato le migrazioni e le energie rinnovabili come le forze che «stanno distruggendo gran parte del mondo libero», l’Europa in particolare che non segue il suo modello di pugno di ferro su entrambi i fronti.

Dopo aver più volte puntato il dito contro Joe Biden che, tra le altre cose, avrebbe aperto i confini accogliendo «ex galeotti e persone appena uscite da cliniche psichiatriche», ha ringraziato El Salvador per averlo sostenuto nel suo giro di vite contro l’immigrazione e i richiedenti asilo che «ripagano la generosità con la criminalità».

Sulla Palestina, invece, ha speso poche parole, abbastanza per affermare che non ci sono accordi senza il rilascio totale degli ostaggi da parte di Hamas, inclusi i corpi di quelli morti. (Il Manifesto – Marina Catucci – New York)

C’è di che rimanere allibiti! La realtà trumpiana sta superando ogni e qualsiasi immaginazione. Confesso di esserne profondamente turbato. Se questa è la macchina del mondo non mi resta che esprimere il desiderio di scendere. Anzi, scendo immediatamente per andare dove non so…

Rimanere in Italia? Peggio che andar di notte: almeno Trump ha il coraggio di dire quel che pensa e di fare non solo quel che dice, ma anche quel che pensa e non si può dire.

Rifugiarmi in Europa? Ma fatemi il piacere…Nessuno ha la forza di opporsi a questa folle visione imposta da Trump. Anche chi finge di distinguersi non va al di là del buonsenso, che sarebbe già qualcosa se non ci fosse di mezzo la vita di milioni di persone.

Certi cattolici durante il periodo fascista si nascosero in Vaticano. Nemmeno lì oggi mi sentirei al sicuro con un papa americano…

Ho capito! Chiedo scusa del tono ironico che mal si sposa alla drammaticità degli eventi, ma alla fine posso solo attaccarmi al tram: è un’espressione idiomatica italiana che significa che qualcuno deve cavarsela da solo, arrangiarsi e risolvere un problema autonomamente, spesso perché ha perso un’opportunità o perché è troppo tardi per avere aiuto o per ottenere qualcosa. L’espressione può essere usata in modo polemico, ironico o per esprimere indifferenza, e deriva da un’usanza passata in cui i tram avevano appigli esterni e i ritardatari si potevano aggrappare per salire a bordo.