Oggi cedo la parola ad un amico col quale da tempo ho aperto un proficuo dialogo a trecentosessanta gradi e che mi regala preziose perle di politica spesso coniugata con l’ispirazione religiosa.
Quindi ritengo opportuno fare riferimento ai preziosi, acuti e provocatori messaggi che mi invia il caro amico Pino, mandandomi autentiche ventate di aria fresca e pulita, proveniente dal passato, ma capace di mettere a soqquadro il presente. Li riporto di seguito in ordine sparso: pillole che rientrano però in una organica terapia disintossicante rispetto alla infettiva narrazione che ci viene propinata.
Nel bel mezzo del “casino” del riarmo Nato, propongo due gesti programmatici: un “rutto” a Rutte (segretario generale della Nato) e uno “sberleffo” alla statista Meloni (NdR: diranno che è istigazione a perseguitare la nostra premier, insuperabile nella sua verve vittimista).
Nel casino totale mi chiedo dove sia finito Mario Draghi, scomparso dalla scena, mentre Trump e Putin stanno trascinando le “nazioni” in una economia di guerra.
Nel 1969 Giorgio La Pira, al Comitato per il disarmo, affermò che andavano denuclearizzati l’Europa e il Mediterraneo, togliendo la Nato e il Patto di Varsavia e piantando, a servizio dei popoli del Terzo Mondo e di tutti i popoli della terra, la tenda della pace! Il sogno che parte dal profeta Isaia e che deve ancora attuarsi. Preghiamo e speriamo!
Gli Stati si comportano come se la storia fosse opera dell’uomo ed ignorano che essa è fondamentalmente opera di Dio (così pensava Giorgio La Pira). La storia umana è mossa da un vento misterioso ma effettivo, lo Spirito di Dio, ecco il perché del valore incalcolabile della preghiera.
Speriamo che papa Prevost prenda le giuste misure alla Meloni, non si faccia intortare, perché la Meloni è una “intortatrice” di papi. Prima Francesco, adesso ci prova con Prevost.
Manca il laicato cattolico: pensiamo al rapporto franco De Gasperi-Pio XII e La Pira-Paolo VI. Quelli erano cattolici con le palle. Ora il tessitore è Alfredo Mantovano per conto di Giorgia Meloni. Pensiamo a come La Pira metteva a tacere quel mezzo liberale di don Sturzo. Ci siamo abituati alla mediocrità…
Parole di Giuseppe Dossetti sulla Costituente: “la collaborazione con l’intelligenza acuta e pensosa di Aldo Moro e il confronto con Lelio Basso e soprattutto con Palmiro Togliatti, che – pur nella diversità della concezione generale antropologica e quindi politica – molto mi arricchì con la sua vasta esperienza storica e con la sua passione per un rinnovamento reale del nostro Paese rispetto alla situazione prefascista…è incalcolabile quello che debbo alla fraternità e alla inesausta capacità di speranza e di amore di Giorgio La Pira, al suo fascino di purezza e di contemplazione” (dal libro “Giuseppe Dossetti. Con Dio e con la storia”).
Resta per me un mistero cosa aspettino in Vaticano a spingere per la beatificazione di Giorgio La Pira…ci deve essere di mezzo qualche ultraconservatore…