Lo scambio di carinerie fra Trump e Netanyahu suona come un’autentica e colossale presa in giro per tutta l’umanità. Si va dall’eroismo di Bibì al Nobel per la pace per Bibhoibò!
Si dirà che questi stanno scherzando. Non sono mai stati così seri! D’altra parte almeno hanno il pregio di esporsi direttamente al pubblico ludibrio. Forse è peggio continuare a chiedere la fine del massacro di Gaza senza muovere un dito per ottenerla; forse è peggio continuare a lanciare dichiarazioni di amicizia verso gli Usa di Trump sapendo di mentire spudoratamente (Trump ha detto che sono tutti in fila per baciargli il culo e lui come risposta ci prende tutti per il culo).
Trump ha fatto un assist cruciale al premier israeliano, dando disco verde ai raid Usa sugli impianti nucleari iraniani durante la ‘guerra dei 12 giorni’ con Israele. Oltre a chiedere la fine del processo a Bibi per corruzione, una gigantesca interferenza negli affari interni di uno Stato sovrano. Ora quindi pensa di poter vantare un credito e che Netanyahu debba mettere fine alla guerra a Gaza, tassello indispensabile per la de-escalation in Medio Oriente, la riapertura dei negoziati con Teheran e l’estensione degli Accordi di Abramo. Per Bibi si tratta di un difficile equilibrio, tra le richieste del suo alleato americano e le minacce dei partiti di estrema destra della sua coalizione, che hanno in mano le chiavi della sua sopravvivenza politica e che si oppongono alla fine della guerra finché Hamas non sarà eliminato completamente. (ANSA.it)
Netanyahu non va oltre la dichiarazione di aver candidato il presidente americano Donald Trump al Nobel per la pace. Durante la cena dei due leader in corso alla Casa Bianca, Netanyahu ha consegnato a Trump una lettera da lui inviata al comitato per il premio.
Stanno giocando sulla pelle dei palestinesi: a Trump serve una tregua da sbandierare e la chiede a Netanyahu in contraccambio rispetto all’intervento americano in Iran; a Netanyahu serve l’appoggio americano anche se non può spingersi molto avanti nei rapporti con Hamas, condizionato com’è dall’intransigenza della potente casta religiosa che lo sostiene. Stanno lavorando a sgombrare il campo ipotizzando incredibili migrazioni palestinesi verso i Paesi arabi. Due popoli due Stati? No, un popolo uno Stato e una pulizia etnica. E l’Europa sta a guardare…