Un drappo rosso sangue che spunta ai piedi di una culla in segno di protesta contro le morti dei bambini uccisi a Gaza e cartelli in aria, nel silenzio. È il presidio organizzato da Amnesty davanti alla Farnesina, sede del Ministero degli Affari Esteri, nel 77º anniversario della Nakba per chiedere la fine dell’invio di armi a Israele e il riconoscimento dello stato di Palestina. “L’appello è di intervenire per fermare il genocidio nella Striscia di Gaza – ha dichiarato Riccardo Noury di Amnesty International. – Un giorno forse una sentenza condannerà l’Italia per complicità. Bisogna riconoscere che a Gaza è in corso un genocidio, e contemporaneamente bisogna fermare ogni trasferimento di armi verso Israele e convincere altri partner dell’Ue a fare lo stesso”.
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Su invito del leader del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, i deputati di M5S, Pd e Avs si solo alzati in piedi in Aula per condannare “in silenzio” lo “sterminio” a Gaza. Un appello non accolto però dai membri del governo e dai parlamentari di maggioranza che, invece, sono rimasti seduti. “Siamo qui, nel luogo eletto della democrazia, e rivolgo un appello a tutti i colleghi, un segno di umanità diamolo. Condanniamo in silenzio questo sterminio di donne, di bambini, di giornalisti, tutte le vittime civili di Gaza. Alziamoci in piedi”, ha detto Conte durante il premier question time alla Camera. Il leader M5S si è allora rivolto alla presidente al Consiglio sottolineando: “Lei rimane seduta”, tra le grida dei colleghi che dicono: “Vergogna!”. “E gli ostaggi?”, hanno replicato i deputati del centrodestra rimasti anche loro seduti ai propri posti. Fontana a quel punto ha chiesto a Conte di terminare il suo intervento. “Mi rendo conto che lei agisce senza mandato sempre. Su Gaza non ha alcun nessun mandato degli italiani per dare copertura politica e militare al governo e alla condotta criminale di Netanyahu. Nessuna condanna nel suo intervento”, aveva sottolineato Conte rivolgendosi alla premier. (da “Il Fatto Quotidiano”)
Qual è la motivazione della pilatesca posizione di governo e maggioranza?
“Non è stato Israele a iniziare le ostilità e c’era un disegno alla base dei disumani attacchi di Hamas e la crudeltà rivolta agli ostaggi” (così Giorgia Meloni in Parlamento).
Abbiamo tutti presente come i bambini reagiscono rispetto ai violenti litigi che li coinvolgono: è stato lui o sono stati loro a cominciare. Con la piccola differenza che nel caso di Gaza non siamo in presenza di una rissa da cortile, ma del massacro di un’intera popolazione. Eppure fior di opinionisti continuano (per tutti Federico Rampini) a praticare una omertosa equidistanza tra massacratori e massacrati, strumentalizzando il pur esecrabile attacco terroristico di Hamas. Per fortuna non tutti la pensano così persino in Israele.
È così facile essere un israeliano: la tua coscienza è pura come la neve, perché tutto è colpa di Hamas. I razzi sono colpa di Hamas. Hamas ha cominciato la guerra, senza alcuna motivazione. Hamas è un’organizzazione terrorista. I suoi esponenti non sono altro che bestie, nati per uccidere, fondamentalisti. Circa 400mila palestinesi hanno dovuto lasciare le loro case. Più di 1.200 sono stati uccisi. L’80 per cento erano civili. La metà erano donne e bambini. Circa 50 famiglie sono state spazzate via. Le loro case sono state distrutte con loro dentro. La tragedia ha raggiunto le dimensioni di un massacro, ma Israele ha le mani e la coscienza pulite. È tutta colpa di Hamas.
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Personalmente non sono un ammiratore di Hamas, al contrario. Ma il tentativo di Israele di dare tutta la colpa a Hamas è inaccettabile. Presto la comunità internazionale giudicherà le atrocità di questa guerra. Hamas sarà criticata, giustamente, ma Israele sarà condannato e ostracizzato molto di più. E gli israeliani diranno: “È colpa di Hamas”. E il mondo intero riderà. (Internazionale.it -Gideon Levy – giornalista israeliano).
Ho letteralmente citato l’incipit e la conclusione dell’articolo di cui sopra, la cui lettura integrale consiglio a tutti coloro che vogliano uscire dai giochetti psico-politici per fare i conti con un vero e proprio sterminio in atto e prendere almeno le distanze dalle responsabilità di chi sta portando avanti questa disumana, vergognosa, tragica e colpevole guerra, nascondendosi dietro il dito della pur grave provocazione subita.