Prove d’orchestra ecclesiale

Continuando a parlare delle prospettive del papato di Leone XIV devo registrare tre note liete un po’ forzate, che tuttavia mi hanno sorpreso nella mia ignoranza, incuriosito nel mio scetticismo, consolato nella mia delusione: giudizi strani ma positivi, che forse mi possono aiutare ad uscire dallo sconcerto in cui sono caduto.

Parto con Padre Ermes Maria Ronchi, un presbitero e teologo italiano dell’Ordine dei Servi di Maria, che ha presentato e salutato il nuovo papa come di seguito, prendendo in considerazione il nome da lui scelto e partendo da esso. “Nomen omen” è una locuzione latina, peraltro anche un po’ evangelica, che, tradotta letteralmente, significa “il nome è un presagio”, “un nome un destino”, “il destino nel nome”, “di nome e di fatto”.

“Amici, il nuovo Papa è un frate, il suo nome è Leone. Lo chiamerò Frate Leone, che era il discepolo più vicino a Francesco d’Assisi. Benvenuto Frate Leone, pecorella di Dio!”.

Don Luigi Ciotti, col suo linguaggio senza fronzoli e appassionato, ha dichiarato di pensare che il nuovo papa sia un gran regalo di papa Francesco, perché lo ha scovato quando era vescovo di una piccola diocesi del Perù, se lo è portato a Roma e l’ha fatto cardinale giusto in tempo per…

Il teologo Piero Coda, un presbitero e teologo italiano, segretario generale della Commissione teologica internazionale, ha usato la bella immagine del direttore d’orchestra a significare l’esigenza di uscire dal “papacentrismo” ed al contempo la presa d’atto che papa Leone non sarà un solista, un assoluto protagonista della scena ecclesiale, ma una specie appunto di direttore d’orchestra, che dovrà cercare in tutte le maniere  di coinvolgere gli strumentisti  che abbiano voglia e capacità di suonare.

In effetti, a prima vista, non vedo in Prevost un grande e travolgente carisma ed allora, visti i chiari di luna della mancanza di leader, che caratterizza il mondo intero, bisogna fare di necessità virtù, privilegiando il gioco di squadra: insieme, insieme, basta con gli eccessivi protagonismi, con gli occhi puntati su una persona sola…

Dal momento poi che tira un venticello leggero (?) di normalizzazione post-bergogliana, è meglio andare giustamente in cerca di collegamenti fra papa Francesco e papa Leone, usando anche un po’ di fantasia che non fa mai male. Temo che, per trovare una forte continuità tra Bergoglio e Prevost, di fantasia ne occorra parecchia…