Invitato per domattina al Quirinale dal presidente della Repubblica Mattarella, il capo della Polizia, Vittorio Pisani, per riconfermare la stima e la fiducia dello Stato nelle Forze dell’ordine, “la cui azione si ispira allo spirito democratico e ai valori della Costituzione”, come si legge in un comunicato della Presidenza della Repubblica a seguito del Rapporto del Consiglio d’Europa che solleva dubbi su ipotesi di razzismo nell’operato delle forze dell’ordine italiane.
Il Consiglio d’Europa, nell’ultimo rapporto annuale della sua Commissione contro Intolleranza e Razzismo, presentato oggi a Bruxelles, ha raccomandato all’Italia uno studio sulla profilazione razziale da parte delle forze dell’ordine. Il documento rileva tuttavia la presenza del fenomeno della profilazione razziale da parte delle forze dell’ordine in diversi Paesi europei – e dunque non solo in Italia. Come ha riferito il presidente della Commissione del Consiglio d’Europa Bertil Cottier, la raccomandazione indirizzata all’Italia e al governo di Roma è stata quella di condurre uno studio indipendente sulla profilazione razziale per valutare la situazione reale. Il fenomeno sarebbe in aumento in molti Paesi europei, si legge nel rapporto, in particolare in Francia e in Italia.
“Agenti di polizia fermano le persone basandosi sul colore della loro pelle, o sulla loro presunta identità o religione violando così i valori europei” ha aggiunto Tena Simonovic Einwalter, vicepresidente della Commissione intolleranza e razzismo. Sempre secondo Einwalter, si sarebbero osservati miglioramenti ad esempio nelle forze di polizia britanniche grazie all’adozione di misure come una più accurata raccolta dati e l’utilizzo di bodycam da parte degli agenti di polizia.
La Commissione ritiene che “i governi e i vertici delle forze dell’ordine debbano intraprendere azioni risolute, volte a prevenire e contrastare efficacemente il profiling razziale, incluso il riconoscerlo come una forma specifica di discriminazione razziale e come potenzialmente indicativo di razzismo istituzionale all’interno delle forze dell’ordine”. (Rai News.it)
Non mi stupisce, non mi scandalizza e non mi offende questo invito del Consiglio d’Europa: mi preoccupa. Vado a prestito da Gioacchino Rossini Parafrasando la sua “calunnia”.
“Il razzismo è un venticello, un’auretta assai gentile che insensibile, sottile, leggermente, dolcemente, incomincia a sussurrar. Piano, piano, terra terra, sottovoce, sibilando, va scorrendo, va ronzando nelle orecchie della gente s’introduce destramente, e le teste ed i cervelli fa stordire e fa gonfiar”.
La polizia svolge un compito molto importante e delicato e viene indubbiamente a contatto con persone di tutte le razze che vivono spesso borderline: è normale che possa riscontrare comportamenti scorretti in soggetti provenienti da altri Paesi in gravi difficoltà di inserimento e integrazione e quindi in pericolo di cadere in fenomeni delinquenziali. La tentazione di generalizzare e di intervenire col pugno particolarmente duro è sicuramente dietro l’angolo. Aggiungiamo pure che la Polizia non è un organo estraneo alla società e quindi risente di tutte le pulsioni sociali, anche le più sbagliate come la discriminazione razziale.
La preoccupazione di difendere l’ordine pubblico può portare ad estremizzare, schematizzare e fuorviare il concetto stesso di sicurezza del quale si sta facendo un uso politico strumentale per scaricare tutti i problemi addosso ai comportamenti anche solo potenzialmente trasgressivi.
Il clima di ostilità preconcetta che sta dilagando nei confronti degli immigrati, pregiudizialmente criminalizzati, influisce sicuramente sul comportamento delle forze di polizia. Bisogna affrontare il fenomeno migratorio in termini positivi: non è facile, ma è eticamente imprescindibile, socialmente indispensabile e politicamente utile.
In questo contesto va studiato e controllato l’operato della polizia, senza il pregiudizio dell’intoccabilità e senza squalifiche sommarie. Giusto quindi, come sta facendo il Presidente della Repubblica, partire dalla stima e dalla fiducia dello Stato nelle Forze dell’ordine, la cui azione si dovrebbe ispirare allo spirito democratico e ai valori della Costituzione. Dopo di che occorre la massima attenzione per verificare che la realtà corrisponda sempre e comunque a questa virtuosa ed irrinunciabile ispirazione. L’invito europeo non va rigettato sdegnosamente, ma accolto positivamente e corrisposto concretamente.
In cauda venenum: siamo sicuri che il retroterra culturale e la prassi politica della destra al potere nel nostro Paese non stiano comportando un clima sociale di intolleranza che può sfociare anche nella discriminazione razziale? Stiamo quindi bene attenti all’uovo razzista, ma anche alla gallina populista del pollaio europeo e mondiale.