È arrivato l’ambasciatore

Ha tutte le sembianze della goccia che fa traboccare il vaso diplomatico, l’incidente occorso oggi a Jenin, dove militari israeliani hanno sparato in aria per allontanare una delegazione di diplomatici stranieri. Dopo l’ulteriore espansione delle operazioni militari a Gaza lo Stato ebraico appare ormai da giorni sempre più isolato, anche tra i suoi storici alleati, dall’Europa agli Stati Uniti. Oggi i governi dei Paesi coinvolti, dalla Francia all’Italia, hanno protestato con veemenza con Israele per quanto accaduto a Jenin. E per quanto riguarda Roma in particolare, l’occasione è stata colta dal governo per mandare a Israele un messaggio di inedita durezza sul quadro complessivo delle azioni israeliane, comprese quelle a Gaza. Lo si evince chiaramente dalla scelta di far trapelare che a muoversi in prima persona è stata questa volta la premier Giorgia Meloni, che ha «sentito al telefono il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, per concordare la convocazione alla Farnesina dell’ambasciatore israeliano in Italia, non solo alla luce dell’episodio di oggi vicino al campo profughi di Jenin che ha coinvolto diplomatici stranieri, tra cui il vice console italiano a Gerusalemme, ma anche nel contesto più ampio della drammatica situazione nella Striscia di Gaza». E la conferma del cambio di passo e di tono arriva poi dalla nota con cui la Farnesina dà conto di quanto è stato comunicato esattamente all’ambasciatore israeliano in Italia Jonathan Peled.

Nel faccia a faccia con Peled, fa sapere nel tardo pomeriggio il ministro degli Esteri, il segretario generale della Farnesina Riccardo Guariglia «ha protestato e chiesto spiegazioni per l’incidente di oggi in cui una delegazione diplomatica di Paesi dell’Unione europea, che comprendeva il vice-console italiano a Gerusalemme, è stata colpita con armi da fuoco da parte di soldati dell’IDF all’ingresso del campo profughi di Jenin. L’ambasciatore Guariglia ha contestato il comportamento dei militari israeliani, definendo inaccettabile il fatto che una delegazione diplomatica civile venisse allontanata da un’area presidiata dai militari con l’uso delle armi da fuoco». Il segretario generale della Farnesina però è andato oltre e a nome dell’Italia ha anche detto a Peled che «Israele deve interrompere le operazioni militari a Gaza, deve puntare sul negoziato politico e diplomatico per la liberazione degli ostaggi israeliani e per raggiungere un cessate il fuoco che possa far ripartire un processo di pace. Soprattutto Israele deve aprire immediatamente i varchi di accesso a Gaza per permettere l’ingresso massiccio di aiuti alimentari e sanitari per la popolazione palestinese». Una scelta verbale, quella del dovere ripetuto più volte, particolarmente forte in termini diplomatici e inedita da parte dell’Italia dall’inizio della guerra a Gaza. L’unica “concessione” alla narrativa di Israele resta quella sul fatto che la popolazione palestinese è da considerarsi «essa stessa vittima dei terroristi di Hamas». Ma la conclusione dell’Italia, in linea coi partner europei ma sembra pure con gli Usa, è opposta a quella del governo Netanyahu: proprio per questa la popolazione palestinese «non può più essere coinvolta negli attacchi militari dell’Idf». (da open.online)

Morale della favola: un affronto ai diplomatici vale più del massacro di bambini. Così va il mondo! D’altra parte mio padre rilevava, con il suo solito sarcasmo, come di fronte alla caduta di un cavallo gli astanti si impietosiscano ed esclamino “povra béstia”, mentre di fronte alla caduta di una persona si sbellichino dalle risa senza preoccuparsi minimamente dei conseguenti danni subiti dalla persona stessa.

Ci voleva l’incidente diplomatico per smuovere le coscienze? Staremo a vedere…Anche perché il giorno precedente il governo italiano non aveva esitato a voltarsi ancora una volta e vergognosamente dall’altra parte.

Con il lancio dell’operazione Carri di Gedeone da parte di Israele, l’Unione Europea sta iniziando a capire che – forse – lo Stato ebraico va fermato. I ministri degli Esteri dell’Unione hanno infatti approvato la richiesta di avviare una revisione del trattato di associazione UE-Israele, avanzata dai Paesi Bassi dopo un anno di ripetuti appelli da parte di Spagna e Irlanda. In sede di votazione, comunicano fonti diplomatiche, nove Paesi si sarebbero opposti tra cui, come ormai consolidato in sede diplomatica, anche l’Italia. L’accordo regola le relazioni multilaterali tra Israele e Stati membri e, sin dal preambolo e dai suoi primi articoli, si fonda sul rispetto dei diritti umani e sulla condivisione dei valori democratici. Aprendo a una possibile revisione, l’UE compie così, con drammatico ritardo, i primi passi formali per distanziarsi dallo Stato ebraico, sottolinea Amnesty. «L’entità della sofferenza umana a Gaza negli ultimi 19 mesi è stata inimmaginabile. Israele sta commettendo un genocidio a Gaza con agghiacciante impunità». (lindipendente.online)

Evviva la sensibilità, la coerenza, l’europeismo, il coraggio e l’umanità di chi ci (s)governa. Se i bambini di Gaza aspettano un cenno di concreta solidarietà da Giorgia Meloni e c. fanno in tempo a crepare tutti sotto le bombe o di fame. Non mi si dica che questo è il cinismo della politica. Per la verità non è che gli altri Paesi dell’Europa stiano facendo molto meglio: questa feroce indifferenza ammantata di subdola equidistanza fa letteralmente schifo!

Stiamo forse aspettando che Trump si stanchi di Netanyahu e lo scarichi lasciandolo al suo destino? Campa cavallo: ogni simile ama il suo simile! Ho esaurito le mie parole di condanna. Mi vergogno di essere italiano, anzi mi vergogno di essere una persona cosiddetta umana.