Acid test per la destra troppo meloniana

Il pur piccolo test elettorale amministrativo del 25 e 26 maggio qualcosa ha indicato. La incontestabile affermazione del centro-sinistra, salvo clamorosi e improbabili rovesciamenti ai ballottaggi, evidenzia una timida ma significativa voglia di cambiamento rispetto all’aria che tira: forse la gente è stanca della stucchevole passerella meloniana e comincia a desiderare qualcosa di più e di meglio.

In secondo luogo probabilmente l’elettorato apprezza una certa semplificazione degli schieramenti politici: effettivamente non se ne può più dei contrasti all’interno del centro-destra così come di quelli nel centro-sinistra. La gente è pragmaticamente orientata su proposte politiche semplici, trasparenti e unificanti: di qui l’incoraggiamento al perseguimento di una certa unità nell’area progressista e il fastidio verso la vuota e litigiosa rincorsa a destra per vedere chi è più trumpiano di Trump, più cattolico del Papa e più euroscettico di Orban.

Mentre la conflittualità a sinistra ha una certa seppur striminzita base politico-culturale (pace, riarmo, Europa, etc.) anche se spesso brandita strumentalmente, a destra si intravede un contrasto di mero potere in quanto, strada facendo, gli accordi tendono a lasciare il posto alla populistica smania di prevalere nei consensi.

Probabilmente il debordante presenzialismo di Giorgia Meloni sta logorando la sua immagine troppo mediaticamente esposta: infatti tutti i troppi sono troppi… E la eccessiva personalizzazione sta esaurendo la sua efficacia e innescando una sorta di rigetto da parte dell’elettore medio rifugiatosi finora nell’astensionismo. Della serie “di questa nana megalomane non se ne può più!”.

Non so quindi se prevalga la critica verso una destra inqualificabile dall’autore invadente e prevaricante o se susciti qualche interesse una sinistra in cerca d’autore autorevole e dialogante.

Non so fino a qual punto comincino a farsi sentire anche le preoccupazioni per una situazione internazionale in cui il governo italiano fa molto fumo e pochissimo e bruciacchiato arrosto.

Forse qualcosa si sta muovendo: qualche cambiamento sta timidamente emergendo, l’astensionismo ha toccato il fondo, i votanti non sono ulteriormente calati, la prossima prova del voto referendario potrebbe fornire ulteriori segnali di novità. Speriamo!