L’epilogo dell’affaire Sangiuliano era molto prevedibile e quindi non stupisce più di tanto, rientra nella normalità (sic!) di questi tempi. Semmai stupisce che casi ben più gravi vengano tenuti aperti a bagnomaria.
Siamo davanti ad una pozza di latte versato più da Giorgia Meloni che da Gennaro Sangiuliano su cui la destra non ha nemmeno il coraggio di piangere tanta è la quantità di latte sparsa sul cammino governativo da arrivare alle ginocchia; la sinistra si accontenta di aver vinto una battaglietta qualsiasi contro un governo che una ne fa e cento ne pensa; i commentatori oscillano fra il garantismo di chi chiude la bocca ai critici in mancanza di reato e chi grilloparlantescamente rivendica il ruolo politico del gossip.
Non si è trattato di una parentesi rosa nel grigio-nero andazzo di un governo, ma forse dell’apostrofo rosa fra parole impronunciabili.
Non si è trattato di un incidente di percorso, ma del percorso alternativo adottato a causa dell’ultimo di una catena di incidenti.
Non si è trattato di un gesto di responsabilità, ma dell’unica via d’uscita rimasta dopo tante irresponsabilità: le dimissioni sono un bel gesto se non tardano troppo a venire, perché allora diventano uno sberleffo.
Cherchez la femme? No, cherchez la culture de gouvernement!
Non si è trattato di un piccolo diversivo pseudo-governativo, ma di un grande tran tran etico-politico-culturale.
Non si è trattato di una scappatella di evasione, ma di un maldestro tentativo di attaccamento al nulla.
Non si è trattato di un grande personaggio scivolato su una buccia di banana, ma di un piccolo personaggio che mangia troppe banane.
A giudicare dalla relativa velocità con cui Sangiuliano è stato sacrificato o non aspettavano altro per farlo fuori o gli hanno fatto pagare il conto di altri o non ne potevano più delle sue gaffe o era talmente debole da provare a lavare i panni sporchi in casa Tg1 e da piangere più nelle braccia di Giorgia Meloni che in quelle di sua moglie.
In mezzo a tanta gente arrogante e antipatica, ci poteva stare anche lui che, tutto sommato, non è né arrogante né antipatico, è solo piccolo e grigio (non sufficientemente nero…).