Gli imperialismi senza imperi

Condanna su tutti i fronti per Donald Trump da parte dei 12 membri della giuria. Sono 34 i capi d’accusa su cui la corte si è espressa. Verdetto: condanna piena, ma bisognerà attendere l’11 luglio per conoscere l’entità della pena, che potrebbe andare da una multa sino a 4 anni di reclusione. La vicenda vede coinvolto l’ex presidente nella consegna di una somma di denaro alla pornostar, Stormy Daniels, pagata per fare silenzio sui rapporti personali intercorsi tra i due.

É stato un processo farsa”, tuona l’ex presidente Trump, che proclama la sua innocenza e annuncia, tramite i suoi legali, ricorso alla pronuncia. La sua difesa parla di “processo ingiusto, in cui sono stati violati i diritti elementari dell’imputato”. La questione comunque non impedirà a Trump di partecipare alla corsa verso quello che potrebbe essere un clamoroso ritorno alla Casa Bianca. “Il vero verdetto – ribadisce Trump, riferendosi all’Election Day – sarà il 5 novembre”, quando verrà appunto celebrato l’ultimo atto delle presidenziali americane.

E c’è infatti da chiedersi quali saranno le ricadute di questa sentenza su una campagna elettorale sui generis sin dall’inizio. Si fa sentire anche il presidente in carica, Joe Biden: “C’è un solo modo per tenere Donald Trump fuori dallo Studio Ovale: andare alle urne. Nessuno – sottolinea Biden – è al di sopra della legge”. (Vatican news)

Non sono mai stato filoamericano, né culturalmente né politicamente, oggi lo sono ancor meno. La vicenda politico-giudiziaria di Donald Trump dimostra l’enorme crisi in cui è sprofondata la democrazia americana, rischiando di trascinare nel gorgo tutta la democrazia occidentale.

Come è possibile che un simile soggetto continui imperterrito la sua campagna elettorale aizzando il popolo contro la già debole magistratura americana. Come è possibile che nel mondo Donald Trump mantenga tanti fans che si nascondono dietro l’equidistanza tra lui e Biden (vedi Matteo Salvini in Italia e non solo lui)?

Come è possibile che l’opinione pubblica prevalente confini queste vicende sconvolgenti tra le beghe americane di cui ci si può fregare altamente? Non si capisce che la questione riguarda tutto il mondo occidentale. L’unica paradossale consolazione consiste nel fatto che l’impero americano è in forte declino e quindi l’influenza statunitense si è relativamente affievolita.

Come è possibile che il popolo americano mantenga una certa fiducia in questo squallido personaggio: il consenso verso Trump sembra addirittura aumentare, mentre sembra in crisi la candidatura di Biden (ebrei, giovani, e afroamericani per diversi motivi pare che si stiano allontanando dal voto). Questo strano andamento elettorale (speriamo sia soltanto pre-elettorale) dimostra come alla destra sempre più illiberale basti mostrare i muscoli, mentre la sinistra debba conquistare il consenso con la buona politica.

Nel caso di Trump al machismo psico-sociale si aggiunge quello politico-internazionale. Lui solo saprà mettere a posto Putin e Netanyahu, non importa come, interessa soltanto la mera difesa degli interessi della bottega statunitense: l’Europa si arrangi, con la Cina si farà la guerra economica, per la Russia si faranno i conti tra mafia americana e mafia russa, l’Onu vada a quel paese, della Corte penale internazionale chissenefrega, il diritto internazionale non esiste, la Nato metta a posto la contribuzione finanziaria dei suoi Stati-membro altrimenti ognuno si farà i cazzi suoi, gli ebrei avranno carta bianca, etc. etc. Ci avviamo sempre più verso il  mondo in cui il vaso di coccio europeo dovrà vedersela coi vasi di ferro imperiali di Usa, Cina e Russia. L’unica speranza è che questi imperialismi siano a scarso di impero.

Alla prospettiva di questa autentica catastrofe mondiale Joe Biden risponde balbettando giaculatorie belliciste, fervorini pseudo-pacifisti e cavolate pseudo-diplomatiche. Mia madre di fronte a questo casino internazionale direbbe: «J american i fan i rus, i rus i fan j american, i cinez i fan coj e chiätor, podral andär bén al mónd?».