La risurrezione di Bossi

«Alla Lega serve un nuovo leader, che vada nella direzione dell’autonomia, che rimetta al centro la questione settentrionale. Se Giorgetti potrebbe sostituire Salvini? Giorgetti è uno bravo, ma non dico niente se no lo massacrano. Se la base non approva i programmi, non vai da nessuna parte. Diventa una bolla di sapone». Le parole di Umberto Bossi non potrebbero essere più esplicite. (dal quotidiano “Avvenire”)

Un conto è immaginare le idee del leader storico, un conto è ascoltarle da lui direttamente: l’effetto è diverso e dirompente. Ho l’impressione che Umberto Bossi dica quel che il popolo e la dirigenza leghista pensano. La Lega non può andare avanti così, facendo il servo furbo/sciocco di Fratelli d’Italia, strizzando l’occhio alle destre europee, straparlando sui fatti internazionali, sposando cause perse come quella del ponte sullo stretto.

Fino alle prossime elezioni europee molto probabilmente non succederà nulla: il regolamento di conti avverrà dopo la quasi certa disfatta leghista. Saranno ancora in tempo per cambiare rotta? Ho seri dubbi. Dopo un simile snaturamento politico e dopo una tale deriva culturale recuperare il bandolo della matassa non sarà facile. La Lega, nonostante tutto e nonostante Salvini, mantiene un certo radicamento sociale al nord e una certa rappresentanza locale. Basteranno per ricominciare a fare politica seriamente?

Bossi ebbe il coraggio di rompere con Silvio Berlusconi, anche se poi si rassegnò più per motivi economici che politici. Chi verrà dopo Salvini avrà il coraggio di rompere con Giorgia Meloni, anche se poi dovrà conviverci in qualche maniera? Roba da alta acrobazia politica, che non mi riguarda e non mi interessa più di tanto, anche se ammetto di nutrire grande nostalgia per la genuina antipolitica di Bossi, molto meglio di quella di Grillo e di Salvini. Sono solo curioso di capire cosa farà l’elettorato leghista e prima ancora il popolo degli aficionados  e ancor prima i capetti ruotanti intorno al quasi cadavere.