Poca diplomazia, molto onore

Francia e Germania hanno fatto una riunione a porte chiuse con Zelensky, per decidere le prossime mosse dell’Europa sulla guerra in Ucraina. “Ennesima prova di egoismo e miopia, se siamo in 27 e contribuiamo e soffriamo tutti, non ce ne sono due che valgono più di altri”, commenta Salvini. Macron al contrario ha rivendicato di contare più degli altri. “Noi stiamo pagando più di altri, se non più di tutti, per il costo energetico e di materie prime. A Macron io suggerirei, di vigilare e mantenere la parola data. Faccio riferimento alla TAV, che è ovviamente su due fronti, noi stiamo mantenendo tutti gli impegni economici e temporali mentre in Francia ci sono dei ritardi”.

Meloni a Bruxelles: “Chi pensa ad una Ue di serie A e serie B, chi pensa che l’Europa debba essere un club in cui c’è chi conta di più e di meno, sbaglia. Secondo me quando si dice che l’Ue ha una prima classe e una terza classe, vale la pena ricordarsi del Titanic. Se una nave affonda non conta quanto hai pagato il biglietto”, commenta la presidente del Consiglio. Mentre da Roma si fa sentire Matteo Salvini: “Ho sentito Giorgia ieri, se riusciamo a portare a casa una sveglia in Europa sul tema dell’immigrazione è bene. Devo dire che un certo atteggiamento di spocchia da parte di Macron è incomprensibile. Nel momento in cui c’è la guerra, c’è il caro delle materie prime, i cinesi mandano i palloni spia in giro per il mondo, Macron pensa di fare da solo? – continua il vice premier e ministro – Non penso che andrà lontano, non penso che sia una manifestazione di europeismo, di solidarietà e di acume politico”.

Siamo alla diplomazia da bar sport. Per tessere rapporti internazionali positivi occorre pazienza, lucidità, lungimiranza e magnanimità. Gli attuali governanti italiani dimostrano al contrario di avere intolleranza, confusione, sventatezza e grettezza. Se ci si avventura nella gara a chi sbaglia di più, si va poco lontano. A cosa serve enfatizzare l’egoismo franco-tedesco se poi lo si riequilibra col nostro populismo sovranista. Sembra la competizione dei rutti puzzolenti…

Tutti si interrogano sul perché e il percome delle eclatanti difficoltà nei rapporti con Francia e Germania. Il motivo è molto semplice: Giorgia Meloni è la plastica rappresentazione del comportamento tipico dei deboli che pensano di far la voce grossa coi forti. Mettiamocelo bene in testa: siamo deboli da tutti i punti di vista. Non è un vizio, ma non deve diventare nemmeno una virtù.

Che bisogno c’era di reagire in modo scomposto alla cena di Parigi da cui Giorgia Meloni è stata esclusa. Alla prima occasione e in modo del tutto riservato si potevano chiedere chiarimenti al riguardo. Cerchiamo ciò che ci unisce e non impuntiamoci su ciò che ci divide.

Vogliamo fare i primi della classe nei confronti dell’Ucraina? A parte il fatto che sarebbe meglio tentare di primeggiare nelle iniziative di pace e non nelle alleanze di guerra seppure difensiva, tutti sanno che all’interno dell’attuale maggioranza di governo italiana ci sono ben tre linee politiche diverse fra di loro rispetto ai rapporti con la Russia: l’atlantismo di maniera di Giorgia Meloni va di pari passo con l’opportunismo russofilo di Matteo Salvini e con la storica amicizia berlusconiana nei confronti di Putin. All’estero sono molto più bravi di noi nel vedere i nostri limiti, da lontano li fotografano meglio.

Accusiamo Macron di fare una politica estera ad uso interno, per recuperare visibilità e consenso a livello della propria opinione pubblica. E cosa ha fatto in questo periodo Giorgia Meloni se non marchette ai propri elettori accompagnate da frettolose e poco credibili conversioni europeiste ed atlantiste?

Il nostro presidente del consiglio forse, sotto-sotto, punta alla politica del “molti nemici molto onore”, a scaricare sul Paese il proprio isolamento: un difficile rapporto con i partiti della sua maggioranza, un rapporto insoddisfacente con una penosa classe dirigente del suo partito (si pensi ai Donzelli, ai Delmastro, ai Fazzolari, etc. etc.), una strana convivenza con i ministri che parlano a vanvera e dimostrano limiti incontrollabili, un isolamento a livello europeo, una insolita diffidenza americana. Paradossalmente il suo unico punto di forza sta nella debolezza dell’opposizione, che continua a girare a vuoto ed a commettere errori speculari rispetto a quelli del governo e della maggioranza, e in una coscienza (in)civile del Paese, che si lascia penosamente distrarre dal festival di Sanremo.

Chiudo infatti con una piccola ed acida riflessione/sfogo: possibile che tutti gli enormi problemi che abbiamo – dalla guerra sempre più consolidata alla Costituzione sempre più in bilico – trovino eco e si riflettano solo su Sanremo? E poi ci chiediamo perché francesi e tedeschi ci prendano sotto gamba? Sono anche troppo indulgenti! Siamo sgovernati da gente incapace e pensare che ce li abbiamo messi noi… Leggevo in questi giorni una frase, peraltro abbastanza nota, che dice sostanzialmente: ogni nazione ha il governo che merita! Evidentemente noi italiani ci siamo meritati Giorgia Meloni e c. Si temono gli anarchici insurrezionalisti? Forse sono gli unici che capiscono qualcosa, peccato che poi usino la violenza. Violenza no! Protesta sì. Spero negli studenti. Da che mondo è mondo sono sempre stati gli avamposti della protesta sociale. Forse però i problemi sono tanti al punto da non trovare nemmeno un filo che li possa legare in una seria protesta, i soggetti in pericolo sono tanti al punto da intersecarsi e neutralizzarsi a vicenda (potrebbe essere una pista sociologica da approfondire…).