Il ping pong sovranista

Come scrive Ugo Magri su “Huffington post”, la politica a livello europeo sta soffrendo il paradosso sovranista. Giorgia Meloni infatti rischia di essere inguaiata dagli amici: per dirottare i migranti ha bisogno della solidarietà dei leader moderati o di sinistra, che però vengono poi aggrediti dai sovranisti di casa, inconsapevoli che se fallisce lei è un guaio per tutti loro. In Francia è successo così. Agli ultimatum italiani Macron aveva risposto con la disponibilità ad accogliere a Marsiglia i migranti portati in salvo dalla Ocean Viking. A quel punto è partita la sbruffonata salviniana “dell’aria è cambiata” con l’irritato dietro front del governo francese.

Forse però non è andata proprio solo così. Macron ha sentito il fiato sul collo della destra lepeniana o lepenista come dir si voglia (gli amici di Giorgia Meloni) e, per non mettersi contro una consistente fetta di opinione pubblica, ha fatto una rapida macchina indietro, salvo poi nel giro di qualche giorno tornare ai più miti consigli dell’accoglienza dei migranti in quel di Tolone.

Una sorta di clamoroso ed imbarazzante autogol sovranista. Per rifarsi la faccia la destra francese, accortasi dello sgarbo ai colleghi italiani, ha dovuto arrampicarsi sugli specchi con le mani sporche di grasso: ha dichiarato infatti che l’operato di Giorgia Meloni “è assolutamente legittimo. La difesa dei confini fa parte del programma che ha proposto agli italiani, e ora sta rispettando l’impegno. Rifiutando di accogliere le navi delle Ong, poi, non rende servizio solo all’Italia. Ma a tutta Europa e in primis alla Francia, che sappiamo essere la destinazione finale della gran parte dei migranti dall’Africa”. A dichiararlo è stata Marion Maréchal Le Pen (nipote di tanta zia), vicepresidente del partito Reconquete, in una intervista a ‘Libero’.

“L’accoglienza della Ocean Viking è un precedente che rischia di mettere ancora più in difficoltà la Francia. Inviando ai trafficanti di essere umani il messaggio che d’ora in poi c’è una nuova porta di accesso all’Europa. Detto ciò non credo che il governo francese possa permettersi di dare lezioni all’Italia”, aggiunge Marion Le Pen. “Questa vicenda rivela ancora una volta il doppio gioco di Macron. Scagliandosi contro il governo italiano vuol fare credere ai francesi di avere una politica di fermezza. Ma i dati dicono che durante il suo governo c’è stato il record assoluto di immigrazione con oltre un milione di nuovi titoli di soggiorno. La verità è che Macron è uno dei presidenti francesi con meno consenso della storia ed è privo di una maggioranza parlamentare. Con un governo collage che lo costringe a dover inviare in continuazione segnali politici a destra e a sinistra per evitare la dissoluzione dell’Assemblea. L’attacco a Meloni gli serve per spostare l’attenzione dai problemi interni creando un nemico immaginario esterno”.

Stiamo assistendo ad un vomitevole gioco delle parti sulla pelle degli immigrati. Nessuno li vuole, ma scarica sugli altri l’obbligo dell’accoglienza. L’anti-immigrazione si sovrappone e si interseca con sovranismo e nazionalismo in un groviglio eticamente disumano, politicamente miope e civilmente suicida.

Nell’opera Falstaff di Giuseppe Verdi, mastro Ford, per mettere a dura prova la castità della moglie, si spaccia per un innamorato della donna e istiga, con l’adulazione e l’omaggio di un sacco di monete e di una damigiana di vino pregiato, sir John a fare delle coraggiose avance. E a richiesta dà la seguente motivazione: “Se voi l’espugnate, poi, posso anch’io sperar: da fallo nasce fallo…Che ve ne par?”. La destra francese in stile fordista vuole mettere in buca Macron (la moglie Alice), strumentalizzando la durezza della falstaffiana destra italiana, per poi ottenere i propri vantaggi, abbandonando magari Giorgia Meloni al proprio destino con in mano il cerino migratorio acceso (Falstaff fa una brutta fine, gettato assieme ai panni sporchi nell’acqua del Tamigi).

Questa è la destra europea. È vero che le istituzioni europee sono state sempre nelle mani di socialdemocratici e popolari, i quali non hanno certo brillato per europeismo e per volontà di affrontare i problemi migratori in una logica comunitaria. Non si è trattato e non si tratta di indirizzi politici, ma di nazionalismi incontenibili e incontrollabili e su queste derive la destra gioca un ruolo importante e per certi versi, come detto, paradossale. Che l’Italia possa diventare la punta di diamante o l’utile idiota dell’intolleranza e della disumanità è una prospettiva che mi fa accapponare la pelle.