Gli imbarazzanti armadi della storia

Durante un evento elettorale a Trento, Giorgia Meloni ha sottolineato la totale passività di tutti gli esponenti di sinistra, anche davanti alla lettera minatoria ricevuta dalle sedicenti nuove brigate rosse, che le hanno scritto: “Ti faremo una sorpresa”.  “Ci minacciano, ma non vivremo blindati. Correteci dietro se siete capaci. Il segretario del Pd non ha ritenuto di fare due righe di condanna e di solidarietà di fronte alle minacce di morte ricevute. A parti invertite, noi non avremmo esitato perché per noi la politica è confronto”, ha detto Giorgia Meloni. 

La miglior difesa è l’attacco. Cosa voglio dire? È perfettamente inutile e provocatorio che Giorgia Meloni eviti di fare i conti con la (sua) storia e tenti di fare la vittima e di scaricare le proprie responsabilità sugli altri. I messaggi di stampo brigatista sono demenziali, ma rappresentano la folle punta di un iceberg storico, che non si può dribblare, ma sciogliere tramite convincenti spiegazioni, che Giorgia Meloni non è in grado di fornire.

La Meloni si atteggerà ad agnello e sosterrà astutamente che il lupo brigatista tira in ballo i suoi antenati storico-politici: sì, lei potrà ribattere di avere accettato l’eredità con beneficio d’inventario, ma non di averla sdegnosamente rifiutata. Il post-fascismo ha sempre avuto un equivoco di fondo, che gli ha consentito di galleggiare sulla legge Scelba, ma che gli mantiene addosso troppi dubbi e perplessità sul piano del rispetto dei principi democratici.

La Repubblica italiana nasce dalla Resistenza e chi si collega, più o meno direttamente, a quanti erano dall’altra parte della barricata soffre una diffidenza, che può anche sfociare in aperta ostilità. Non si può scherzare con la storia e con l’antifascismo. Certi conti sono ancora aperti sul piano culturale e politico. Meglio quindi non scandalizzarsi se qualcuno perde la testa e vaneggia: possono essere gli utili idioti della situazione, ma devono essere contrastati nel merito e non solo esorcizzati nel metodo.

Giorgia Meloni abbia il coraggio di tirare fuori dall’armadio tutti gli scheletri/abiti che la storia le ha infilato dentro per distruggerli. Non sembra in grado di farlo, anzi li sta solo adattando e riammodernando, facendosi aiutare dai sarti populisti, sovranisti e nazionalisti. Non può quindi pretendere facili e comode solidarietà dagli avversari, che lascerebbero comunque il tempo che trovano.