La folla e la follia

Dura contestazione per l’ex premier Giuseppe Conte, arrivato a Desio per sostenere i candidati del Movimento 5 stelle nei comuni brianzoli. L’accoglienza in Lombardia non è stata delle migliori per il presidente del M5S. Tra alcuni sostenitori del MoVimento si è fatto largo un gruppo di contestatori per quella che è stata evidentemente una protesta organizzata in precedenza. Alcuni di loro indossavano delle magliette di protesta contro Conte e tra di loro c’era anche un manipolo di no vax che si sono uniti alle rimostranze.

“Assassino”, “Hai affamato l’Italia”. Queste sono solo alcune delle frasi che sono state rivolte all’ex presidente del Consiglio. Molti gli slogan urlati al megafono, le urla e le accuse mosse a Giuseppe Conte, che non si aspettava un’accoglienza come questa in Brianza. Le forze dell’ordine hanno garantito la sicurezza di tutti i presenti e la visita di Giuseppe Conte si è svolta senza particolari problemi e senza interruzioni degne di nota, ma il clima nel Paese appare evidentemente molto caldo e la campagna elettorale in corso non aiuta nella distensione.

Tra i fischi e le urla, poi, Giuseppe Conte ha svolto un piccolo comizio: “Continueremo responsabilmente a mettere in sicurezza il Paese per consentire una grande ripartenza economica: proseguiremo con determinazione, con passione, rispondendo col sorriso”. Gli animi sono stati caldi per tutto il tempo in cui Giuseppe Conte è stato presente a Desio, dove non sono mancati i tipici cori da stadio: “Conte, Conte, vaffa…”. Inevitabilmente i video sono rimbalzati sulla rete, dove gli utenti che non erano presenti in Brianza hanno rincarato la dose contro Giuseppe Conte.

“È anche poco. ‘sto pallone gonfiato tutto chiacchiere e distintivo dovrebbe essere cacciato da ogni palco, se non altro perché è l’ennesimo pallonaro che promise di lasciare la politica, salvo poi appiccicarsi alla poltrona col silicone”, ha scritto un utente commentando uno dei tanti video che circolano nella rete. Sempre lo stesso utente poi ha aggiunto: “Solo disgusto e pena per chi come lui ci ha governato durante la pandemia”. Ma c’è anche chi si spinge oltre nella sua rimostranza contro Conte, azzardando un “assalitelo”. E tra chi scrive invocando “le uova caz…”, c’è chi non si trattiene e sfocia nella violenza più bruta: “Sarebbe da appendere”.

È la scioccante e preoccupante nuda cronaca ripresa da quanto scrive il quotidiano “Il giornale”. In questo episodio è probabilmente racchiusa la sintesi di parecchie contestazioni. La prima che colgo è quella verso il M5S divenuto e ritenuto, a torto o a ragione, la pallida versione del “vaffanculettante” sfogo collettivo innescato da Beppe Grillo alcuni anni or sono: siamo a metà tra il fallimento e il tradimento. Alcuni forse vivono drammaticamente la delusione e la scaricano sull’immagine “doppiopettista” fornita dal nuovo e ben strano leader Giuseppe Conte. Si gioca insomma a tirare uova e pomodori alla gigantografia di Conte anziché a quella inattaccabile di Grillo.

C’è anche una seppur minoritaria ma sonora contestazione all’azione governativa di Conte: fin quando era in sella andava bene, aveva alti indici di gradimento; una volta sceso da cavallo è diventato bersaglio e gli si fa pagare ingenerosamente un conto salatissimo per il molto fumo e poco arrosto propinato nella prima fase della pandemia. Ma non era tutta colpa sua, ci sarebbe da approfondire il discorso, ma in questo clima lui rischia di pagare per tutto e per tutti, per il passato e finanche per il presente.

Poi c’è molto di personale nelle offese rivolte all’ex premier. Il suo percorso politico è strano, al limite dell’inaccettabile. Tirato fuori dal cilindro di Grillo, tollerato pazientemente e caritatevolmente da Mattarella, sacrificato sbrigativamente ma inevitabilmente sull’altare di una nuova fase tecno-politica, autoemarginatosi furbescamente dando l’idea del cincinnato pentastellato, ad un certo punto ha pensato bene di ritornare sulla scena anche perché la sua compagnia di giro sembrava effettivamente priva di un capo-comico spendibile. E allora ha ridisegnato Il M5S facendone una sorta di caricatura benpensante e perbenista quanto irritante e assai poco credibile. Sta facendo la parte del riciclato di lusso e questo evidentemente alcuni non glielo possono perdonare.

C’è infine lo sfogo dei no-vax (stanno diventando i nuovi fomentatori della cosiddetta contestazione globale), che trovano la loro sconcertante visibilità nella contestazione a improvvisati capri espiatori: sarebbe molto più linearmente contestabile l’attuale premier Draghi rispetto all’ex premier Conte, ma l’irrazionalità della folla rasenta la follia.

In questo miscuglio di reazioni non ci si raccapezza. Ho l’impressione che Giuseppe Conte c’entri come i cavoli a merenda in un malcontento così confuso e totalizzante. Sono geyser, vale a dire manifestazioni secondarie dell’attività vulcanica endogena, di una sotterranea contestazione che avrebbe anche motivi validi, ma non riesce ad esprimersi politicamente e tanto meno ad avere risposte dalla politica. Ci sarebbe di che interessarsi e divertirsi se non ci fosse da piangere amaramente. Non ho idea di chi sarà il prossimo obiettivo. Conte potrebbe difendersi in qualche modo. La situazione mi fa pensare alla famosa gag del tenore contestato dal loggione, il quale se la cava brillantemente con un “sentirete il baritono…”. E chi sarà il baritono di turno?