Togliere i nomi di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino dal parco di Latina per sostituirli con quello di Arnaldo Mussolini, fratello del duce. L’idea è’ stata avanzata dal sottosegretario al ministero dell’Economia e plenipotenziario della Lega a Latina, Claudio Durigon, durante un comizio nel capoluogo pontino trovando immediatamente un fuoco di sbarramento da parte del Partito Democratico.
Maria Falcone, sorella di Giovanni Falcone, il giudice ucciso dalla mafia nel ’92, replica ai giornalisti che le chiedono un commento: «Le parole del sottosegretario leghista Claudio Durigon lasciano allibiti tanto da credere impossibile che siano state realmente pronunciate. Confidiamo che il Presidente del Consiglio e il Consiglio dei Ministri prendano le distanze da questa proposta che non merita commenti».
La vicenda del parco – e le polemiche che si porta dietro – ha origini lontane e accompagna la storia della città’ praticamente dalla sua fondazione. Il parco, infatti, era originariamente intitolato al fratello minore del fondatore del fascismo. Nel 1943, l’arrivo delle truppe alleate in città’ convinse tutti a gettarsi alle spalle il passato recente e cancellare il nome di Mussolini. Questo fino al 1993 con l’elezione del sindaco Msi, Ajmone Finestra, che lo ripropose. L’ultimo intervento è stato dell’attuale sindaco Damiano Coletta: la scelta di dedicare il parco alla memoria dei due magistrati assassinati dalla mafia sembrava inattaccabile. Ma l’incombere di elezioni ha il potere di rimettere in discussione anche le scelte all’apparenza più’ condivise.
Ed ecco la proposta del sottosegretario leghista Claudio Durigon, lanciata mercoledì’ durante un incontro elettorale: «Questa è’ la storia di Latina che qualcuno ha voluto anche cancellare con quel cambio di nome a quel nostro parco, che deve tornare a essere quel parco Mussolini che è sempre stato, su questo ci siamo e vogliamo andare avanti». Parole che provocano la ferma risposta dei dem: «Giù’ le mani dal Parco Falcone e Borsellino!», si legge in un post dei deputati Pd: «Vogliono cancellare i nomi di due eroi dell’antimafia per ripristinare i riferimenti al ventennio. Questo la dice lunga sui danni che la destra potrebbe produrre a Latina. Il Parco di Falcone e Borsellino non si tocca!».
Ho ripreso testualmente una notizia dal sito internet de La stampa: faccio sinceramente fatica a trovare le parole per commentare una simile idiozia. La cazzata però non è stata raccolta in un bar frequentato da nostalgici o in un covo di neofascisti in vena di provocazione, proviene da un membro del governo, esponente di un importante partito come la Lega, definito addirittura come plenipotenziario leghista in quel di Latina, non l’ultimo dei paesini italiani.
Alcuni, forse troppi, si devono mettere bene in testa che il fascismo in Italia non deve più esistere nemmeno nelle fantasie dei cretini più e meno investiti di incarichi pubblici. Su questo non si può transigere. Non c’è revisionismo che tenga. Claudio Durigon dovrebbe dimettersi immediatamente dal governo: se non lo farà, Mario Draghi dovrebbe espressamente e rigorosamente chiederglielo e pretenderlo.
Quanto alla Lega siamo alla pura follia. Con Umberto Bossi a capo del partito queste stupidaggini non succedevano: ne succedevano altre, d’accordo, ma i rigurgiti fascisti non avevano alcun spazio. Matteo Salvini, protagonista di un “liberi tutti” da far accapponare la pelle, si dovrebbe vergognare perché ha grandi responsabilità in merito a questa vomitevole deriva destrorsa. Forse vuole fare concorrenza ai Fratelli d’Italia: quali fratelli e quale Italia?
Qualcuno dirà che si tratta del solito colpo di sole agostano. No, il sole non c’entra niente. Purtroppo ha sempre più ragione mia sorella Lucia: sosteneva, con la sua solita spietata franchezza, che gli Italiani sono rimasti fascisti. Non tutti, ma esiste una sorta di fiume carsico, che ogni tanto riemerge con forza in superficie. Durante il periodo storico del sessantotto alle manifestazioni giovanili veniva scandito uno slogan durissimo, ma tuttora adottabile senza stare a sottilizzare: “Fascisti carogne, tornate nelle fogne!”.