La botte politica e la moglie manageriale

Facciamo finta che la questione della “cabina di regia” per la gestione delle risorse derivanti dal Recovery fund non sia strumentale (temo purtroppo che sia l’occasione per sfogare l’avversità a Conte) e sia di importanza vitale (credo abbia una certa rilevanza, ma non certamente tale da mettere in discussione un governo).

Questo organismo tecnico-manageriale avrebbe il compito di coordinare nei modi e nei tempi l’assegnazione e la gestione dei fondi proveniente dall’Ue fra le vari istituzioni e i vari enti compartecipi dei progetti presentati dal governo italiano, accettati dalla Commissione europea e finanziati dalla stessa.

La proposta formulata dal presidente del Consiglio risponderebbe all’esigenza di mettere al lavoro le migliori competenze tecniche e le migliori capacità manageriali al fine di utilizzare al meglio e in tempi adeguati le risorse consistenti in ben 209 miliardi di euro a fondo perduto. Un gruppo di lavoro che supporterebbe governo e parlamento, garantendo una gestione ottimale di un così grande e importante pacchetto di progetti e di soldi pubblici.

La critica principale è quella di bypassare le istituzioni competenti per delegare compiti e funzioni ad un organismo improvvisato ed operante a latere delle istituzioni stesse. La seconda conseguente critica è quella di creare una sorta di burocrazia aggiuntiva, ritenendo in partenza incapace quella già esistente ai vari livelli. In poche parole si finirebbe col togliere impropriamente potere e responsabilità al governo e nello stesso tempo con l’aggiungere burocrazia a burocrazia: un capolavoro di confusione istituzionale ed amministrativa.

In Italia siamo specialisti per dire e disdire continuamente, anche e soprattutto in campo politico. Non si afferma forse che i politici sono degli incompetenti e che quindi hanno bisogno di essere supportati da tecnici preparati ed esperti? Poi, quando si arriva al dunque, si teme che i tecnici possano diventare autoreferenziali, prendere la mano ai politici ed occupare uno spazio di autonomia eccessiva e pericolosa.

Non si dice forse che abbiamo una burocrazia pigra e inconcludente che spegne sul nascere tutte le più buone intenzioni della politica? Poi, quando si tratta di farle una flebo ricostituente, si ritiene che non valga la pena, puntando ad una sorta di autorigenerazione della stessa. I burocrati, se sono inerti e inconcludenti, peste li colga, se sono competenti e “sgaggi” fanno ombra e paura. La solita storia della botte piena e della moglie ubriaca.

Concludendo su un argomento, che peraltro non ho approfondito, ritengo che ci possa essere modo di trovare una soluzione corretta che salvi capra e cavoli: un compromesso, sissignori, ma un compromesso ai livelli più alti possibili, sempre meglio di una stupida, fastidiosa e negativa rissa su questioni di principio, che lasciano il tempo che trovano.