Trump e naziskin insieme appassionatamente

Negli Usa ha sollevato polemiche il verdetto assolutorio di un immigrato messicano accusato della morte di una donna uccisa da un proiettile mentre camminava su un molo di San Francisco nel luglio del 2015. La giuria ha ritenuto l’uomo colpevole non dell’assalto, ma solo del possesso dell’arma con cui ha sostenuto di aver sparato per errore.

Il presidente Trump, dopo aver cavalcato il caso in campagna elettorale per sostenere la linea dura anti immigrati, ha così   twittato, commentando la suddetta sentenza: «Un verdetto scandaloso: nessuno stupore se la gente del nostro Paese è così arrabbiata per l’immigrazione illegale».

A Como un gruppo di naziskin entra con un blitz in un circolo Pd di sostegno agli immigrati e vomita deliranti accuse contro l’immigrazione. Giorgia Meloni, leader (?) di Fratelli d’Italia, si affretta a declassare l’accaduto da atto di violenza bello e buono a semplice atto intimidatorio, recuperando il discorso degli opposti estremismi: la vera violenza sarebbe infatti quella dei compagni dei centri sociali, i quali distruggono i beni degli italiani senza che nessuno faccia appelli per le loro condanne. Matteo Salvini, leader (?) della Lega, è intervenuto dicendo: «Il problema dell’Italia è solo Renzi, non i presunti fascisti», respingendo l’appello di Renzi a combattere le provocazioni di segno fascistoide, appello peraltro ritenuto addirittura ridicolo dalla Meloni.

Come volevasi dimostrare. I Paesi cosiddetti democratici ci stanno a sdoganare metodi e contenuti del fascismo passato e   presente pur di cavalcare le paure della gente ed incassarne il relativo dividendo elettorale. Se lo fa Trump, lo possono fare tranquillamente anche Meloni e Salvini. L’intolleranza verso gli immigrati rende scandaloso il corso della giustizia e tollera manifestazioni di chiaro stampo fascista.

Quando ho visto in televisione le immagini del blitz dei naziskin a Como, ho apprezzato il sangue freddo ed il senso civico dei presenti alla scena: non hanno mosso nemmeno un dito. Cosa sarebbe successo se avessero reagito in qualche modo alla triste intromissione di questi prepotenti, che volevano impartire lezioni socio-politiche in materia di rapporti con gli immigarti? Non cado nel giochino della distinzione tra intimidazione e violenza: l’una è l’anticamera dell’altra. Non mi presto alla resurrezione degli opposti estremismi facendo un parallelo tra naziskin e appartenenti ai centri sociali: la violenza è inaccettabile in ogni caso e mentre quarant’anni fa sbagliava certa sinistra ad esprimere comprensione verso i contestatori di sinistra, oggi sbaglia certa destra a non voler prendere nettamente le distanze dai naziskin e da Casa Pound che addirittura ha la sfrontatezza di presentare proprie liste elettorali.

Tutto sommato però ritengo molto più grave l’atteggiamento di Donald Trump rispetto alle penose e vergognose sceneggiate destrorse italiane. A parte il diverso peso politico, a parte la rilevanza del pulpito da cui viene la predica, a parte la storia che ci ha consegnato una distorta immagine democratica degli Usa, è veramente preoccupante che il presidente degli Stati Uniti abbia un concetto di giustizia asservita alla politica e un’idea razzista di colpevolezza a prescindere. Siamo su una brutta china. In fin dei conti il pericolo è che Trump fornisca un perfetto assist internazionale e populista ai movimenti estremisti di destra: una sorta di “neofascisti di tutto il mondo unitevi”.

Gli immigrati non fanno altro che mettere a nudo gli equivoci e le contraddizioni della nostra democrazia e danno una ulteriore e postuma dimostrazione della nostra propensione al fascismo, al nazismo ed al razzismo in genere. Malattie assai dure a morire e per le quali non esistono purtroppo vaccini e antibiotici: bisogna solo prevenirle e combatterle con la democrazia, quella vera.