I paradisiaci gabinetti del capitalismo

Centinaia di autorevoli testate giornalistiche si sono riunite in un’associazione temporanea d’imprese mediatiche per sputtanare i poteri forti del sistema capitalistico, invischiati in manovre di evasione fiscale nei cosiddetti paradisi: emergono nomi altisonanti delle istituzioni, della politica, della finanza, dello spettacolo.

“Fate come dico e non come faccio” si diceva un tempo per ridicolizzare la categoria sacerdotale colpevole di gravi incoerenze. “Pagate le tasse, noi troviamo la maniera di non pagarle”, così si potrebbe sintetizzare il messaggio proveniente dalla frequentazione dei paradisi fiscali.

Sono stanco di scandali: è inutile che mi si ripeta continuamente che viviamo in una “società di merda”, lo so da tempo e ne soffro. Tuttavia, siccome anche la denuncia è “sporca di merda” perché non viene dalle schiere angeliche dell’anticapitalismo, mi sento assediato dalla merda ed è inutile e pericoloso mescolarla, “sbadilarla”, buttarla in faccia a tutti col gusto di imbrattare il sistema, per poi dover ammettere che non ne esiste uno migliore.

Cosa voglio dire? Se la regina Elisabetta porta i suoi soldi in un paradiso fiscale, non mi fa certo piacere, ma non mi stupisce più di tanto. Forse lei non lo sa nemmeno… Il problema sta nel fatto che esistono i paradisi fiscali: forse gli inglesi dovrebbero indire un referendum per uscirne (loro che vogliono fare tutto in casa).

Una nota barzelletta racconta di un soggetto che sbaglia buco: anziché nel cesso, caga nel condizionatore. La scena si sposta e un’altra persona cui arrivano gli schizzi di merda, cerca di ripulirsi alla meglio, chiedendosi: «Mi am piasris saver chi a caghé in-t-al ventilatòr!!!».

La situazione è questa: serve sapere chi porta i quattrini in campo neutro, chi fa affari col nemico, chi ricicla il denaro sporco? Sì e no. Non illudiamoci di risolvere i problemi parlando di ingiustizie. Siamo in grado di cambiare il sistema che consente tutto ciò? Ho seri dubbi al riguardo. Lo scandalismo può essere pertanto fine a se stesso e può creare una sorta di panico da ingiustizia, che sprona tutti a fare altrettanto in una spirale perversa e inarrestabile. Il mondo pensa di salvarsi buttando addosso agli altri le schifezze comuni. Donald Trump ce lo sta insegnando in modo impeccabile e disastroso. Mors tua, vita mea. Meglio correggere il tiro: merda tua, merda di tutti. Ci vorrebbero più gabinetti, ma soprattutto l’onestà intellettuale di usarli.

Si dice che il frutto più velenosamente aggiornato del sistema capitalistico sia la finanziarizzazione dell’economia. Non vale da dove arrivano i soldi, ma valgono i soldi per loro stessi e un modo per farli è senz’altro non pagare le tasse. L’uomo è fuggito dal paradiso terrestre per rifugiarsi nei paradisi fiscali. È la religione del capitalismo che ha i secoli contati. Chiedo scusa delle trivialità.