Nemo propheta in patria. Vale sempre e comunque. Basti pensare che in questi giorni il disegnatore satirico non credente Sergio Staino ha iniziato a pubblicare sue strisce intitolate “Hello Jesus” su Avvenire, il quotidiano cattolico per eccellenza. Presentando questa sua decisione ha dichiarato: «Sono stato sessantottino, figlio dei fiori, contro la famiglia: ma non mi toccate Gesù…». Di papa Francesco dice: «Trovo che quest’uomo sia per il mondo una boccata di ossigeno».
Ma non è finita qui: il giornale comunista “Il manifesto”offre ai suoi lettori un volume inedito con tre discorsi di papa Francesco. La direttrice di questo quotidiano, commentando l’iniziativa, afferma di voler portare ai lettori la semplicità delle parole del Papa col quale riscontra una forte sintonia sulle politiche migratorie e per le cui parole ammette di nutrire forte interesse soprattutto in materia di rapporti fra etica e politica.
Non c’è alcun dubbio che papa Bergoglio abbia sparigliato i giochi tradizionali e sappia portare la Chiesa a dialogare a trecentosessanta gradi. Vorrà dire che, stanco della supponenza culturale e della smania tuttologa ed egemonica de “La repubblica”, proverò a leggere criticamente “Avvenire” (lo sto facendo da tempo) e “Il manifesto” (l’ho fatto solo qualche volta).
Questi superamenti incrociati di tabù avvengono in nome di una sensibilità comune su temi come la giustizia sociale, l’ambiente, il diritto alla casa, il diritto a un lavoro dignitoso, l’accoglienza agli immigrati.
D’altra parte racconta Staino come quando incontrava padre Ernesto Balducci, un autorevole teologo, suo amico e conterraneo, si sentisse dire: «Guarda, Sergio, che tu in fondo sei più credente di me».
Norma Rangeri, direttrice del Manifesto, aggiunge a commento delle aperture verso il pensiero di Bergoglio: «Il Papa parla di incontro fra le persone. In una fase post-ideologica come questa mi sembra la strada giusta per ridisegnare una convivenza diversa».
I radicali offrono al Papa la loro tessera: quelli che venivano considerati dei mangiapreti vogliono dialogare ed incontrarsi con una Chiesa sdoganata e sdogmatizzata. Credo sia un bel segno dei tempi.
Alcuni storcono il naso, esprimono perplessità, imbarazzo verso certi atei critici e collocati politicamente a sinistra, mentre gli atei cosiddetti devoti, vale a dire proni alla Chiesa istituzione e collocati politicamente a destra vanno benone e vengono da tempo ospitati persino nei templi ad illustrare le loro teorie. Una storia vecchia come il cucco.
Fin qui il rapporto con i non credenti, che da sempre divide i cattolici. Ma si è aperta una polemica anche in casa, vale a dire sull’uso improprio delle chiese, dopo che a Bologna in San Petronio il papa ha pranzato con una folta rappresentanza di persone in difficoltà economiche e sociali. Qualcuno ha gridato alla profanazione del tempio, allo sgarbo fatto all’Eucaristia e roba del genere. Se il Papa trova insperata attenzione dai non credenti, sta incontrando ostilità e critiche da parte dei credenti. Ci può anche stare: nemo propheta in patria… Alcuni sono andati a scomodare i sacri canoni: la religione delle regole, della forma, del quieto vivere.
Sergio Staino dice ironicamente riguardo alla sua fanciullezza: «Ero un bambino che si voltava di scatto, sperando di vedere l’angelo custode…». Ebbene ci sono molti adulti che si voltano di scatto e sono convinti di vedere il demonio…