Il centralino della vera povertà

In questi giorni, a dieci anni dallo scoppio della grande crisi economica, si fanno i conti dei danni e si verificano i dati della ripresa in corso. L’Italia resta in situazione molto critica per quanto riguarda le famiglie che vivono in povertà, la disoccupazione, il debito pubblico, , il reddito pro-capite, le sofferenze delle banche. Non c’è di che rallegrarsi anche se probabilmente il peggio è passato, ma il meglio tarda ad arrivare. Preoccupazioni legittime ed anche opportune al di là degli inutili allarmismi e dei dati statistici, su cui nutro non poche perplessità e che, a mio giudizio, non fotografano con obiettività la pur difficile situazione economico-sociale italiana.

In questo periodo ferragostano è giusto non farsi prendere dalla frenesia delle vacanze a tutti i costi, rimuovendo fanciullescamente i gravi problemi che incombono e che si ripresenteranno puntualmente al ritorno dalle ferie. E questi gravi problemi non hanno proprio niente a che vedere con le multe a chi va in bikini a passeggiare sul lungomare di Viareggio o con le insulse diatribe sui bermuda e la loro ammissibilità a cena nei ristoranti di livello.

Si va da un’estremità all’altra: da una parte sembra che l’Italia stia precipitando nella miseria più nera, dall’altra appare un’Italia dove si possono rincorrere questioni di eleganza e di stile nelle località di villeggiatura. Un Paese double face con l’alternanza di serie preoccupazioni e di assurde e chiccose quisquiglie d’immagine. Ce n’è per tutti i gusti.

In mezzo batte il vero polso della situazione abnorme e deprimente: la sala operativa del 112 di Roma, non risponde, parte il disco con un interminabile “rimanga in attesa”, nel frattempo un uomo muore e i soccorsi che non arrivano, scoppia la solita polemica, partono le inchieste, resta un senso di amara impotenza di fronte ai più elementari inadempimenti pubblici, scatta l’ansia di essere in balia di una burocrazia perfidamente inefficiente e reiteratamente menefreghista.

Questi sono i dati veramente angoscianti: come si potrà uscire dalla crisi, come riusciremo a dare lavoro ai giovani, come faremo a riscattare tanta gente dalla povertà, come potremo garantire a tutti un reddito dignitoso, se non riusciamo neanche a prestare tempestivamente soccorso a chi sta morendo e a rispettare i diritti fondamentali dei nostri cittadini e degli uomini e delle donne (bianchi, neri, gialli, rossi, etc.) che ci chiedono di vivere e di non morire?

Possiamo scappare dalla realtà e baloccarci con il rispetto dell’estetica e del buongusto: divertimento innocuo per cittadini scemi e per media anestetizzanti.