Non scherziamo sulla “cagata pazzesca” di Trump

Da tempo osservo con rassegnato distacco il comportamento di Donald Trump. Sono convinti infatti che l’eccesso di attenzione mediatica finisca col favorirlo, vittimizzandolo o esponendolo ad un surplus di considerazione. Vale sempre il famoso detto: “l’importante è che se ne parli, magari in male, purché se ne parli”.

Tutto però ha un limite e mi pare che Trump lo stia superando coinvolgendo i suoi elettori in un deriva politica che ha dell’incredibile. Proprio oggi è deceduto Paolo Villaggio, il grande attore e geniale inventore di comicità, noto tra l’altro per la sua storica battuta fantozziana sulla corazzata Potëmkin. La prendo in prestito adattandola al presidente americano: “la presidenza Trump è una cagata pazzesca…”.

Molti continuano a deridere gli americani che meritano tutta la beffa in corso: se la sono cercata. Purtroppo ce lo beviamo anche noi, se lo sta bevendo tutto il mondo. Non si riesce a capire fin dove arriva la realtà e dove interviene lo scherzo atroce: ad ogni atto politico fa riscontro una buffonata social. Ultima del crescendo per chi ha letto le cronache: una twittata infantile e paradossale ad un tempo, un video di lotta con la personificazione della CNN a significare il duello in atto tra il presidente macho e i media che lo pressano e tallonano in tutte le sue scorribande. Twitta oggi, twitta domani…

Follia pura o scalata pianificata e deteriore al consenso? Propendo per una combinazione tra le due ipotesi. Ciò che mi preoccupa e mi spaventa è che storicamente gli andamenti della società americana si sono riprodotti nel tempo anche in Europa. E allora fra qualche tempo potremmo trovarci qualche Trump sotto casa? A ben pensarci qualcosa di lui già c’è stato e c’è anche in Italia. Non penso solo alla parabola berlusconiana che tanto assomiglia a quella trumpiana. Vado oltre e vedo gli apprendisti stregoni che (non) nascondono le loro simpatie. Ma gli italiani non si faranno incantare! Non ci farei troppo conto. Forse si tratta di un fenomeno unico e irripetibile, ma potrebbe essere l’inizio di un epoca in cui la politica si riduce progressivamente a fenomeno da baraccone col nulla osta elettorale dell’antipolitica, con l’alibi culturale dell’anti-establishment, col riferimento storico del populismo.

Gli ingredienti della torta li abbiamo tutti, manca solo il cuoco che potrebbe uscire prima o poi dalla scuola di cucina d’oltremanica. Sarà bene che gli americani si sveglino prima che sia troppo tardi, per loro, per noi, per tutti. Se non ci fosse di mezzo il mondo, ci sarebbe da buttarla in ridere. Usando twitter naturalmente.